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martedì 12 maggio 2015

LA MOLDAVIA

LA MOLDAVIA
La Moldavia (ufficialmente repubblica di moldavia) è uno stato senza sbocchi sul mare.
La Moldavia fu uno stato autonomo posseduto per molti secoli dall’Impero Ottomano; quando venne spartita fra Turchi, Russi e Austriaci la parte orientale, corrispondente all'attuale stato indipendente, venne annessa dall'Unione Sovietica ma nel 1940 fu invasa dalle truppe dell'Asse(è usata per indicare l'insieme delle nazioni che parteciparono alla seconda guerra mondiale in opposizione agli Alleati)nel 1941durante la seconda guerra mondiale e provvisoriamente annessa alla Romania. Dal 1944 al 1991 fu occupata dall'URSS e trasformata in una Repubblica Socialista Sovietica, che dichiarò l'indipendenza il 13 settembre dello stesso anno.
La posizione
La Moldavia confina a ovest con la Romania e a sud, est e nord con l'Ucraina. Si estende per circa 33.843 km² su una striscia di territorio ampia circa 150 km in direzione est-ovest e lunga circa 350 km in direzione nord-sud. Il territorio del paese coincide grossomodo con la regione della Basarabia, un'area pianeggiante compresa fra il fiume Prut ed il Nistro.
Clima
Il clima della Moldavia, pur mantenendo caratteristiche continentali è fortemente influenzato dalla vicinanza del Mar Nero. Gli inverni non sono eccessivamente rigidi.
Popolazione
La popolazione complessiva è di poco superiore ai 3,6 milioni di abitanti, il che rende la Moldavia uno dei Paesi a maggiore densità di popolazione in Europa
Le città
La capitale della Moldavia è Chisinău.
 le altre principali città sono Tiraspol.
Bălti.
Tighina.
Râbnita.
 Attività economiche
L'industria occupa il 20% della forza lavoro, mentre l'agricoltura oltre un terzo, vista la fertilità dei terreni. Il PIL e l'Indice di sviluppo umano sono i più bassi d'Europa ma entrambi questi dati hanno fatto registrare negli ultimi tempi un apprezzabile aumento.
Il clima favorevolmente influenzato dalla prossimità del Mar Nero ne fa un'area ideale per l'agricoltura e l'industria alimentare che infatti contribuiscono per circa il 40% del PIL. Sul fertile suolo del paese vengono coltivati grano, mais avena, tabacco, barbabietole da zucchero, soia e orzo; più marginali le produzioni di girasoli, nocciole, mele e frutta in genere. Buona diffusione hanno sia l'allevamento finalizzato alla produzione di carne sia la produzione di derivati del latte ed è diffusa l'apicoltura.Nel settore secondario (22% di addetti) le poche industrie esistenti (tessili, meccaniche, siderurgiche e chimiche) sono concentrate nella capitale e nelle città di Tiraspol, Belcy e Tighina (Bendery). Come le altre repubbliche ex sovietiche anche la Moldavia sta attraversando un periodo di evoluzione verso diverse strutture sociali e di mercato. La rilevanza del settore privato è gradualmente salita fino al 60% del PIL.
Il settore terziario (42,2% di addetti) è in fase di sviluppo, ma rimane debole; infatti la Moldavia è tra i più poveri paesi d'Europa.






UCRAINA




Fra il 1917 e il 1922, in seguito alla Rivoluzione Russa, vi fu un lungo periodo di guerra civile e di anarchia con continui cambi di fazioni al potere; questo periodo fu segnato dall'esistenza di più entità statali separate: nei territori austroungarici di lingua ucraina fu proclamata la Repubblica Nazionale dell'Ucraina Occidentale, mentre nell'area appartenuta all'Impero Russo si scontrarono la Repubblica popolare ucraina con capitale Kiev e la Repubblica socialista sovietica ucraina con capitale Kharkov. La Repubblica Popolare di Kiev fu riconosciuta dall'Impero Germanico, che ne impose il riconoscimento ai Bolscevichi nel trattato di Brest-Litovsk. Dal 1918 fu un centro dell'Armata Bianca.






LA POSIZIONE 

A nord confina con Bielorussia e con la Russia.
A nord-ovest con la Polonia.
A ovest con la Slovacchia.
A sud-ovest con l’Ungheria
A sud con la Romania ,la Moldavia e il Mar Nero.
A est con la Russia.




LE CARATTERISTICHE FISICHE

Il paese può essere diviso in zone distinte:
-L'estremo occidentale del paese è attraversato da NORD-EST dalla catena montuosa dei Carpazi. Sulla zona SUD-OVEST dei Carpazi vi è una piccola area pianeggiante corrispondente alla regione della ruteina subcarpatica.
-Le pianure alluvionali che seguono il corso dei fiumi Dnepr e Donec.
-La fascia litoranea nella quale è compresa la penisola di crimea.
-La parte centro-occidentale è caratterizzata dal ripiano podolico,un basamento di rocce granitiche.
Le coste sono basse e spesso caratterizzate dalla formazione di lagune attraverso le quali sfociano i fiumi più importanti.

IL CLIMA E LA VEGETAZIONE 

In generale in Ucraina il clima è di tipo sub continentale, con rigidi inverni, solo nella Crimea del sud si testimonia una parte di clima mediterraneo.
Il paese è suddiviso in 4 aree climatiche:
Parte a nord e a ovest è interessata ad un clima temperato fresco tipico della foresta subcontinentale, dove le precipitazioni si aggirano tra i 500 e i 1000 m.
Parte a sud è invece interessata ad un clima umido tipico della steppa con inverni freddi e precipitazioni annue dai 250 ai 500 m. Parte a sud della Crimea, con un clima tipico mediterraneo, ossia subtropicale dagli inverni umidi e dalle estati secche e precipitazioni annue tra i 500 e i 1000 m.






LA POPOLAZIONE

L’Ucraina ha 46.481.000 abitanti.
Ha una densità di 74 abitanti per km2.
La maggiore città è Kiev con 2.6 milioni di abitanti con un altissimo numero di immigrati. 
Sorge nella parte settentrionale dell’Ucraina , fu fondata prima del V secolo e funzionò come snodo commerciale.

La seconda città è  Charvik per popolazione . Charvik fu anche capitale della Repubblica  Socialista Sovietica Ucraina dal 1917 al 1934. Charvik è uno dei principali centri culturali e industriali del paese.
  
La terza città è Dnipropetrovsk è la terza città più popolata dell’ Ucraina  è situata sulle rive del fiume Dnepr ed è sede di  un azienda che si occupa di produzioni meccaniche e spaziali.




LE ATTIVITA’ ECONOMICHE 
L'Ucraina è una nazione ad economia di mercato con un vasto mercato interno. Storicamente le ricchezze di questa regione sono state il grano, tanto che era soprannominata il granaio d'Europa, il legname e l'estrazione minerari . Per valutare il percorso economico che l'Ucraina ha compiuto dall'indipendenza del 1991 ad oggi, basta confrontare la situazione economica subito dopo l'indipendenza con quella attuale. Nel 1994, il livello di inflazione superava il 10,650 %. Nel solo 1993 i redditi della popolazione diminuirono del 44 % rispetto all'anno precedente. Da allora il governo ucraino ha introdotto riforme economiche per stabilizzare il sistema finanziario. È seguita quindi una vasta privatizzazione e una riforma agraria che ha restituito la terra agli agricoltori, sono stati sciolti dei kolchoz e sono state create cooperative sulla base della proprietà privata. Al tempo stesso, lo Stato ha continuato a sostenere lo sviluppo dei settori strategici ad alta tecnologia, come l'ingegneria aeronautica, l'industria spaziale, la costruzione di macchine utensili.

LA BIELORUSSIA




La Bielorussia è una repubblica.
Le lingue ufficiali sono il bielorusso e il russo dal 1995.
La capitale è Minsk.
LA POSIZIONE
La Bielorussia, detta anche Russia Bianca, è uno stato dell' Europa orientale.
Confina a ovest con Polonia e la Lituania , a est con la Russia, a sud con l'Ucraina e a nord con la Lettonia; è uno stato senza sbocco sul mare , ma esistono corsi d'acqua navigabili. 



LE CARATTERISTICHE FISICHE
La Bielorussia viene attraversata da tre fiumi principali: il Nëman, il Pripjat e il Dnepr che si dirige verso l'Ucraina per sfociare nel Mar Nero. Molto importante è anche la Dvina occidentale, che attraversa le regioni settentrionali del paese. La Bielorussia è relativamente pianeggiante e ricca di paludi. Il più grande territorio paludoso è la Polesia che è un bassopiano nella parte meridionale, in gran parte occupato dalle Paludi del Pripjat′, il cui nome deriva da quello del fiume che scorre, molto lentamente, da ovest, verso il Dnepr.
Il suo punto più alto è la Dzjaržynskaja Hara (Monte Dzeržinskij), con 345 m, mentre il punto più basso è sul fiume Neman a 90 m.
Le risorse naturali della Bielorussia sono foreste, depositi di torba, piccole quantità di petrolio e gas naturale, granito, pietra calcarea dolomitica, marna, gesso, sabbia, ghiaia e argilla.
Il territorio settentrionale fa parte della Regione biogeografica boreale.
E' formata da estese pianure e basse colline; a sud presenta zone paludose in parte bonificate; a nord est un ampia zona dei laghi. 
La Bielorussia benche' senza sbocco al mare, ha 11.000 laghi. I laghi dovuti all'escavazione
glaciale , sono numerosissimi, ma di estensione molto limitata; il maggiore è il Naroc' (80 km2), 150 km a nord ovest della capitale.

IL CLIMA
La Bielorussia è caratterizzata da clima continentale (inverni molto rigidi e lunghi ed estati brevi e calde) con notevoli escursioni termiche. Le temperature medie invernali si aggirano sui -6 - -10 °C, e possono scendere sotto i -18 °C. Nelle notti invernali non è difficile raggiungere i -30 °C, anche se mediamente la temperatura si mantiene sui -20 °C. La neve copre il suolo per 3-4 mesi. Le precipitazioni non sono particolarmente abbondanti, con apporti maggiori in estate sotto forma di violenti temporali o di rovesci.

LA POPOLAZIONE 
La popolazione è per circa l’80% di etnia bielorussa; il resto è costituito dal cospicuo gruppo russo (11,4%) e da altre minoranze, delle quali le più consistenti sono quella polacca e quella ucraina. Diversamente dalle altre repubbliche dell’Europa orientale formatesi dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, la B. ha conservato rapporti di collaborazione con la Russia, e l’uso del russo, cui è stata restituita dignità di lingua ufficiale accanto a quella bielorussa, è tuttora assai diffuso. Circa un terzo della popolazione segue la religione cristiana ortodossa, la restante parte è costituita soprattutto da cattolici e da modeste comunità di protestanti, ebrei e musulmani. La popolazione urbana ammonta a poco meno dei tre quarti di quella totale, e una notevole parte di essa vive nella grande agglomerazione della capitale, Minsk. 

LE ATTIVITA' ECONOMICHE
La Bielorussia ha risentito assai pesantemente del distacco dal sistema economico che si era costituito tra i paesi socialisti. Continuano a pesare sull'economia, inoltre, le conseguenze dell'esplosione del reattore nucleare di Černobyl´, avvenuta nel 1986 nella vicina Ucraina, che ha contaminato ampie parti del suolo agrario (soprattutto nella zona sud-orientale del paese) e che costituiscono tuttora un fattore limitante dell’attività agricola, oltre che del decollo di 
un’economia turistica. Attualmente dal 5% al 7% della spesa pubblica in Bielorussia sono spese per varie forme di risarcimento dei danni fatti dalla radioattività, per l'inquinamento provocato alla catena alimentare.
Il settore primario assorbe l'11%  della popolazione attiva. L’agricoltura, fornisce rilevanti quantità di orzo , segale, patate, barbabietole da zucchero. Il terreno non è particolarmente fertile ma una certa importanza hanno coltivazioni specializzate non alimentari come il lino ; intenso lo sfruttamento delle estese foreste, che forniscono una cospicua quantità di legname; l’allevamento contribuisce per il 60% al settore primario. La struttura agraria in precedenza si basava su quasi 1700 fattorie di proprietà collettiva e oltre 900 di proprietà statale; dal 1991 è stata permessa la proprietà privata di appezzamenti di terra, con la possibilità di lasciarla in eredità, ma non di venderla. 
Il settore secondario occupa il 34% della popolazione attiva. Alle tradizionali industrie tessili e alimentari si aggiungono soprattutto quelle metallurgiche, meccaniche, e chimiche. Dopo il conseguimento dell’indipendenza tali industrie sono state penalizzate dall’insufficienza delle fonti di energia nazionali. La B. dispone infatti di piccoli giacimenti di gas naturale e di petrolio (raffinerie a Mazyr e Navapolack), che tuttavia non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico. Al fine di diminuire la dipendenza energetica viene utilizzata al massimo la torba che, dopo l’estrazione, viene compressa in mattonelle; il potere calorifico per volume in tal modo aumenta, ma rimane ben inferiore a quello del carbone.
Il terziario, con il 55% di addetti è il settore più rilevante. I principali scambi commerciali avvengono con la Russia e altri paesi ex URSS. Seppur in crescita, il settore mostra ancora le debolezze di un economia che sta passando da un sistema statale centralizzato a quello di mercato. Modesto il settore  turistico, non adeguatamente sviluppato. Circa 93.000 Km di strade asfaltate, 5500 km di ferrovie e 1700 di vie d'acqua navigabili costuituiscono la rete dei trasporti, nel complesso ancora troppo debole per favorire un più deciso sviluppo  economico. L'areoporto principale è quello di Minsk.

LE CITTA'
Minsk, la capitale, è la città più importante, sede di attività commerciali, industriali e culturali e rappresenta il  cuore politico e amministrativo della Bielorussia.
Gomel (l'unica dopo la capitale a superare il mezzo milione di abitanti) è il secondo centro della Bielorussia e risente in maniera rilevante delle conseguenze del disatro di Černobyl´.
Grodna è un importante centro culturale e commerciale, ha industrie chimiche, elettroniche ed elettromeccaniche.
Rilevante la produzione di fibre e tessuti. Intenso il traffico ferroviario.
Vitebsk, è un centro industriale e ha degli importanti stabilimenti per la produzione e l'assemblaggio del materiale elettronico. E' la seconda città dopo Minsk per importanza in campo industriale ed economico. Vi nacque il pittore Chagall.
Mahileu,  città portuale sul Dnepr, è un'importante nodo ferroviario le principali industrie sono quelle dei settori meccanico,chimico,elettrotecnico,edile,alimentare e tessile.
Brest 

STORIA
Dalla fine del 10° sec., parte del granducato di Kiev, il territorio dell’attuale Bielorussia, fu progressivamente annesso alla Lituania. Occupato dai Tedeschi (1918), passò sotto il controllo dei bolscevichi che proclamarono, il 1° gennaio 1919, la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa. Nel 1922 la Bielorussia partecipò alla costituzione dell’URSS, seguendone poi le vicende politiche. La tendenza nazionalista emersa anche in Bielorussia in connessione con la crisi dell’URSS portò il 25 agosto 1991 alla proclamazione dell’indipendenza; la Bielorussia aderì poi alla Comunità degli Stati Indipendenti. Potenza nucleare dopo lo scioglimento dell’URSS, la B. aderì nel 1992 al trattato di non proliferazione delle armi nucleari. Negli anni 1990 i contrasti sull’assetto istituzionale e i rapporti con la Russia dominarono la politica interna. Prevalse la posizione del presidente della Repubblica A. Lukašenko, eletto, per la prima volta a suffragio diretto, nel 1994, dopo l’approvazione della nuova Costituzione. Lukašenko costituì un regime accentrato e autoritario e consolidò i legami con Mosca; peggiorarono invece quelli con l’Europa per le misure repressive adottate nel paese. Le elezioni legislative (2000) sancirono la vittoria dei candidati vicini al presidente, ma opposizione e osservatori internazionali denunciarono intimidazioni e brogli. La correttezza del voto fu rimessa in discussione alle presidenziali (2001), che riconfermarono Lukašenko. La crisi nei rapporti con i paesi europei, sempre più acuta, sfociò nel 2004 in una nuova condanna da parte del Consiglio d’Europa delle violazioni dei diritti umani in Bielorussia. Nello stesso anno, una modifica costituzionale permise a Lukašenko di candidarsi per un terzo mandato e le elezioni parlamentari videro la disfatta delle forze di opposizione: le gravi irregolarità nel voto produssero scontri di piazza con numerosi arresti. Gli osservatori internazionali giudicarono irregolari sia le presidenziali del 2006 e del 2010, che sancirono la quarta vittoria di Lukašenko, sia le legislative del 2008, in cui tutti i 110 seggi del Parlamento furono assegnati a esponenti del suo partito. Neppure alle elezioni parlamentari tenutesi nel settembre 2012 l'opposizione ha conquistato seggi; le forze dell'opposizione hanno invitato a boicottare il voto e contestato il dato fornito dal governo secondo cui l'affluenza alle urne sarebbe stata del 74,2%.





1. CRICCHIO EMANUELE
2. ELIA PAVAN
3. GIANMARCOTREVISAN







LA RUSSIA





Nelle vaste terre della Russia Meridionale si insediarono popoli indoeuropei tra cui Sciti, Sarmati, Slavi.
Tra il III e il VI secolo le steppe furono invase anche da popoli nomadi che si dirigevano verso l’Europa Occidentale. Furono alleati dell’impero bizantino contro gli arabi.
La Russia tra il X e l’XI secolo divenne lo stato più grande e prospero d’Europa.
Quando nel 1598 la dinastia dei Rurik finì, il paese fece una guerra civile dovuta ai tentativi dei boiari di recuperare il potere perduto e anche all’ingerenza straniera. Inoltre nel 30 dicembre del 1922, la Russia insieme ad Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia, fondò l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, comunemente conosciuta come Unione Sovietica.

POSIZIONE
I confini della Russia sono: 
Da sud-est a sud-ovest confina con  la Corea del Nord, la Cina, la Mongolia, il Kazakistan e la Georgia;
Da sud-ovest a nord-ovest con Ucraina, Bielorussia, Polonia, Lituania, Estonia, Lettonia, Finlandia e Norvegia.





CARATTERISTICHE  FISICHE

Si affaccia a nord sul mar Glaciale Artico, a Est sul mare di Bering,  a Sud-Ovest sul mar Baltico.
Per i tre quarti del territorio la Russia è costituita da vastissime pianure. Da ovest a Est si succedono i bassopiani Sarmatico e Siberiano occidentale, l’altopiano della Siberia centrale e l’estremo oriente russo. Il bassopiano Sarmatico presenta al centro una serie di rilievi tra i quali il rialto del Valdaj, il rialto centrale russo, le alture del Don e del Volga, e si conclude a est con la catena degli Urali.
Il fiume maggiore è il Volga, che sfocia nel mar Caspio. Gli altri principali corsi d’acqua tributari del mar Nero tra cui il Don con il suo affluente Donec. A nord-ovest si estendono due laghi, il Ladoga e il Onega.
Il bassopiano Siberiano è percorso dal fiume Ob. La fascia montuosa meridionale della Russia comprende il Caucaso, l’ Altaj , i monti Saiani.
In questa fascia si trova il lago più esteso: il Bajkal.

CLIMA E VEGETAZIONE

Il territorio della Russia vede una gran varietà climatica; predominano i climi freddi e temperati freddi. La Russia ha un clima continentale con differenze stagionali molto marcate.
Su buona parte del territorio, i pericoli di gelo sono intensi e prolungati. In Russia nell’estremo nord cresce la vegetazione tipica della tundra, composta di muschi, licheni e bassi arbusti.
A sud della regione artica si estende la taiga, che occupa circa i 2/5 della Russia europea. Qui crescono in prevalenza conifere, pioppi e betulle. Le specie dominanti sono la quercia, la betulla, l’acero e il carpino bianco. Dalla sezione centrale della pianura russa i suoli sono fertili e particolarmente favorevoli alla coltivazione dei cereali.

LA POPOLAZIONE
La densità demografica è di 9 persone per km2.
Il paese ha circa 145 milioni di persone, 103 milioni in Europa e 42 milioni in Asia. 
Mosca è la capitale della Russia nonché il principale centro economico finanziario della Federazione Russa. Essa è la città con il più alto numero di milionari residenti nel mondo ed è stata classificata come la nona città più costosa al mondo.


San Pietroburgo è la seconda città della Russia per dimensioni e popolazione, con circa 5 milioni di abitanti. 


Novosibirsk è la terza città della Russia, un importante nodo per i trasporti e dispone di due aeroporti. 



LE ATTIVITA’ ECONOMICHE
L’economia della Russia è basata principalmente sull’agricoltura, silvicoltura e la pesca; inoltre è ricca di risorse minerarie.
I prodotti principali dell’agricoltura sono il frumento, avena, orzo, segale e patate, dei quali la Russia è il maggior produttore del mondo. Si producono inoltre barbabietole da zucchero, ortaggi, semi di girasole, grano saraceno, lino e miglio. Le principali colture di frutta sono le mele, le pere e le ciliegie.
Il pesce marino proviene prevalentemente dai porti situati sull’oceano Pacifico; solo il 25% proviene dall’Oceano Atlantico e dal mar Glaciale Artico. In queste zone si trovano prevalentemente sardine e aringhe. Famoso quanto lo storione è il granchio della Kamcatka.



La Russia dispone di grandi riserve minerarie; circa un terzo dei metalli e del carbonfossile del mondo si trova nel sottosuolo russo. La Russia è anche un importante paese produttore di petrolio.
I principali giacimenti si trovano in  Siberia e nella regione del Volga. La Russia è anche ricca di nichel, tungsteno, cobalto, oro, argento e rame. In Russia esistono grandi giacimenti di sali minerali che costituiscono le materie prime per l’industria chimica.

LA MACEDONIA




La Repubblica di Macedònia (in macedone: Република Македониjа, Republika Makedonija) è uno Stato della penisola balcanica nell'Europa sud-orientale. Da taluni Stati è riconosciuta come Former Yugoslav Republic of Macedonia (in macedone Πоранешна Југословенска Република Македонија, Poranešna Jugoslovenska Republika Makedonija, in italiano Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, acronimo FYROM) a seguito dell'adesione del Paese all'Organizzazione delle Nazioni Unite (1993) con tale "denominazione provvisoria" secondo l'organizzazione, adottata per via della disputa sul nome avviata dalla Grecia.[5] Confina a ovest con l'Albania, a est con la Bulgaria, a nord con la Serbia e il Kosovo e a sud con la Grecia.
Il territorio governato dalla Repubblica di Macedonia era in precedenza la parte meridionale estrema della Jugoslavia. I confini odierni vennero fissati poco dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Jugoslavia socialista stabilì nella zona la Repubblica Socialista di Macedonia, riconoscendo i Macedoni come una nazione separata all'interno della Jugoslavia.
Rinominatasi Repubblica di Macedonia l'8 settembre 1991, si separò pacificamente dalla Jugoslavia senza ulteriori modificazioni territoriali.
Economia
La Repubblica Macedone era una delle aree più povere dell'ex Jugoslavia. Nel settembre 1991 anno della sua pacifica indipendenza, produceva soltanto il 5% di tutti i beni e servizi della Repubblica Federale. L'indipendenza ha fatto cessare l'arrivo dei fondi provenienti dal governo federale, acuendo la difficile situazione economica. I primi anni di indipendenza hanno risentito gli effetti negativi di molte situazioni: l'assenza di infrastrutture; la mancanza di un mercato libero; le sanzioni dell'ONU alla Serbia che rappresenta uno dei suoi principali mercati; l'embargo economico dalla Grecia per la controversia legata al nome e alla costituzione. Per tutto questo l'economia è ristagnata fino al 1996; dopo di che si è avuta una ripresa fino al 2000. Successivamente si è avuto l'effetto negativo dell'insurrezione albanese del 2001, che ha comportato una riduzione degli scambi commerciali. L'aumento della disoccupazione e la diffusione del mercato nero continuano a essere un grave peso per lo sviluppo dell'economia macedone. Il PIL pro capite rimane uno dei più bassi d'Europa.
Ambiente
Oltre il 7% del territorio è totalmente/parzialmente protetto. Nella Repubblica di Macedonia vi sono:
3 parchi nazionali (Pelister dal 1948, Mavrovo dal 1949, Monte Galichica dal 1958)
4 riserve naturali integrali
3 paesaggi protetti
14 aree con flora o fauna particolari
33 aree dichiarate monumenti naturali

Nella Repubblica di Macedonia vi sono 34 città, di cui sono cinque hanno una popolazione che supera i 50.000 abitanti. La capitale Skopje da sola raggruppa il 25% circa del totale della popolazione nazionale.
Etnie
Lo Stato macedone è composto da due principali gruppi etnici. Secondo i dati del censimento del 2002
il gruppo principale (64,2% della popolazione) sono i macedoni la cui lingua materna, il macedone, una lingua slava meridionale, è parlata da circa 1,3 milioni di abitanti.
il secondo gruppo etnico (18.2%) è l'albanese, la cui lingua viene parlata da circa 350 000 persone; per legge, l'albanese è lingua ufficiale a livello comunale nei comuni in cui vi è presenza etnica albanese superiore al 20% della popolazione.
Vi sono poi alcune minoranze, fra le quali le più importanti sono: bulgari, turchi, serbi, arumeni (o macedo-rumeni), rom.

Demografia
Come in tutte le repubbliche della ex-Jugoslavia, la caduta del regime comunista e della repubblica federale ha aperto le frontiere, avendo come conseguenza una significativa emigrazione, accentuata dalle tensioni etniche. Più di 4000 cittadini macedoni provenienti dal nord-ovest della Repubblica di Macedonia - in particolare dai villaggi di Žirovnica, Trebište, Rostuša, Golem Papradnik, Centar Zupa e dalla città di Gostivar - sono emigrati in Italia a partire dalla metà degli anni novanta insediandosi in città come Roma, Ancona, Treviso, Bassano del Grappa. Integrati bene nella società, la maggior parte di loro lavora nel campo dell'edilizia e nelle fabbriche.
Lingue
La lingua ufficiale del paese è il macedone. Oltre alle lingue dei due gruppi etnici riconosciuti tra i quali la lingua albanese, vi sono altre sei lingue minoritarie, in ordine di diffusione: il bulgaro (parlato dalla minoranza bulgara), romaní (parlato dalla popolazione di etnia rom), il serbo, l'arumeno e la variante di quest'ultimo, il meglenorumeno. Lo Stato macedone è l'unico a riconoscere ufficialmente la lingua arumena, lingua autoctona della regione, parlata come madrelingua da 9.695 aromeni (censimento 2002), ma conosciuta da altre migliaia di cittadini macedoni, di discendenza arumena che si sono urbanizzati. Poiché nella lingua macedone non esiste un alfabeto fonetico (né, di conseguenza, la pratica della compitazione), i suoni, anche se di parole straniere, vengono semplicemente scanditi o sillabati più lentamente.
Il territorio dell'attuale Repubblica di Macedonia ha fatto parte, durante i secoli, di numerosi Stati e imperi antichi. La Peonia, l'antica Macedonia, l'Impero romano e l'Impero bizantino; in seguito gli Stati medioevali di Bulgaria e di Serbia. Nel XV secolo la regione venne conquistata dall'Impero ottomano.
In seguito alle due guerre balcaniche nel 1912 e nel 1913 e la dissoluzione dell'Impero ottomano, diventò parte della Serbia e fu riconosciuta come Јужна Србија (Južna Srbija, "Serbia meridionale"). Dopo la Prima guerra mondiale la Serbia si unì al neo-formato Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. Nel 1929, il regno fu rinominato Jugoslavia e diviso in province chiamate "banovina". Il territorio della moderna Repubblica di Macedonia divenne la Provincia di Vardar (Vardarska Banovina).
Nel 1941, la Jugoslavia venne occupata dalle Potenze dell'Asse. La provincia Vardarska Banovina venne spartita tra la Bulgaria e l'Italia, che al momento occupava l'Albania. Il rigido governo che le forze occupanti stabilirono nella zona incoraggiò molti slavi macedoni ad appoggiare il movimento di resistenza di Josip Broz Tito, che divenne il presidente della Jugoslavia alla fine della guerra. Dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale, la Repubblica Popolare di Macedonia in Jugoslavia diventò una delle sei repubbliche della Repubblica Popolare Federale di Jugoslavia. In seguito alla ridenominazione della Federazione Jugoslava in Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia nel 1963, la Repubblica Federale di Macedonia fu ridenominata allo stesso modo Repubblica Socialista di Macedonia. La repubblica si ridenominò Repubblica di Macedonia nel 1991, quando si separò pacificamente dalla Jugoslavia. Entrò in conflitto formale con la Grecia a proposito del nome ufficiale dello Stato dopo la sua dichiarazione d'indipendenza, e nel 2013 la disputa persiste.

La Repubblica di Macedonia rimase in pace durante la Guerra civile jugoslava nei primi anni novanta ma fu parzialmente coinvolta nella Guerra del Kosovo nel1999, quando circa 360 000 albanesi si rifugiarono dal Kosovo nel paese. I profughi ritornarono velocemente nella loro regione alla fine della guerra, ma, poco dopo, i radicali albanesi di entrambi i lati del confine presero le armi per rivendicare l'autonomia o l'indipendenza per le aree a maggioranza albanese della Repubblica. Venne combattuta una piccola guerra civile e le etnie albanesi si ribellarono, soprattutto nel nord e nell'est del paese, nel marzo/giugno del 2001. Si arrivò a una conclusione del conflitto con l'intervento di un piccolo contingente di monitoraggio della NATO e con l'impegno del governo a riconoscere culturalmente la minoranza albanese.

MONTENEGRO

Il Montenegro è stato per molti secoli un principato indipendente, elevato a regno nel 1910.                          
Nel 1918 dopo la prima guerra mondiale   fu forzatamente inglobato, nonostante   la resistenza   dei   nazionalisti montenegrini, al regno di Jugoslavia. 
Dopo essere stato invaso dall’Italia   durante alla seconda guerra mondiale, entro nella federazione Jugoslavia.
Alla scomparsa di quest’ultimo nel 1992, il Montenegro formò una federazione con la Serbia fino al 2006, quando un referendum decise per l’indipendenza.


LA POSIZIONE
Il piccolo stato del Montenegro si trova nell’Europa sud-orientale. Confina a nord-ovest con la Bosnia e la Croazia. A nord-est con la Serbia e sud-est con l’Albania; si affaccia a sud-ovest sul Mar Adriatico.


LA POPOLAZIONE
La popolazione è composta da numerose etnie: il 43% è rappresentano da montenegrini e il 32% da serbi, di religione ortodossa; l’8% è formato da bosniaci e il 5% da albanesi, di religione musulmana. 
La lingua più parlata è la variante montenegrina del serbo-croato, da alcuni considerata una lingua a sè stante.



La capitale è Podgorica (173.000 ab.), situata in situazione in posizione favorevole tra l’Adriatico e le montagne.



LE ATTIVITA’ ECONOMICHE
L’economia, pur partendo da una condizione piutosto arretrata e in lento sviluppo, grazie anche ai contatti con l’unione europea. Nel quadrato del settore primario (15% del PIL) l’agricoltura è poco pratica a causa della scarsità dei terreni coltivabili. Si producono soprattutto cereali, tabacco e sul breve tratto di costa, alberi da frutto olivi e viti. L’industria (30%) è presente nei settori siderurgico e metallurgico, oltre che in quello della lavorazione del tabacco. I servizi (55%) sono il settore che sta conoscendo il maggiore sviluppo, in particolare per quanto riguarda il turismo.
 coltivazione di tabacco

SERBIA


La Serbia occupa la parte più interna della penisola Balcanica un'area prevalentemente montuoso. Popolazioni slave si insediarono su questo territorio a partire dal III secolo d.C.. Fu invasa dai turchi nel XIV secolo, la regione raggiunse l’ indipendenza nell’ Ottocento.

Le caratteristiche fisiche

Il territorio della Serbia è pianeggiante nel settore settentrionale e montuoso e collinare in quello centro-meridionale, con varie cime che superano i 2000 metri di altitudine, in particolare nella zona meridionale. A nord, fra il Danubio e i confine con l’ Ungheria e la Romania, si estende un vasto bassopiano costituito da diverse pianure: Banato (a est del Tibisco) e Backa (tra i fiumi Tibisco e Danubio).Il rilievo è costituito da gruppi montuosi isolati del sistema delle Alpi Dinariche come i Monti Povlen, Kopaonik; a oriente si innalzano le estreme propaggini dei Balcani e a sud-ovest nel Kosovo, si allungano le alpi Albanesi. La Serbia è attraversata dal Danubio in cui confluiscono i fiumi Sava, Tibisco e Morava, tutti ricchi di acqua e con un regime regolare .

Clima e vegetazione

Il clima della Serbia è di tipo continentale; caratterizzato da inverni freddi ed estati calde, ma le precipitazioni sono abbondanti. Il manto vegetale è costituito da boschi di latifoglie e conifere sui rilievi e da steppe e praterie nelle zone pianeggianti.


Le città
La capitale è Belgrado con circa 1 200 000 di abitanti, la città è stata gravemente danneggiata dai bombardamenti durante il conflitto nel 1999, ma ora ha un aspetto moderno ed è un attivo centro di servizi e sede di grandi industrie di trasformazione. Altre città importanti sono Novi Sad con 190 000 abitanti porto fluviale e Pristina che fu capitale della Serbia nel XII secolo.

La popolazione 
La popolazione della Serbia conta 10 000 000 abitanti con una densità demografica del 114 abitanti per km2 . La lingua che vi si parla è il Serbo-croato.


Le attività economiche
I lavoratori sono così distribuiti: 4% nell' agricoltura, 33% nell' industria e 61% nel terziario. L'agricoltura è sviluppata nelle zone fertili delle pianure settentrionali, dove si coltivano mais, frumento, barbabietola da zucchero, cotone e lino, e anche prugne e vite.Il paese possiede  discrete risorse minerarie di piombo, zinco, ferro e maganese l'apparato industriale si trova nelle vicinanze di Belgrado. Lo sviluppo delle vie di comunicazione è limitato per via dei bombardamenti del 1999. gli scambi commerciali sono ridotti anche se si trova in una posizione favorevole. E il turismo è molto limitato.












BOSNIA ERZEGOVINA




L'attuale bandiera della Bosnia ed Erzegovina è stata adottata il 4 febbraio 1998, andando a sostituire una bandiera precedente, utilizzata a partire dall'indipendenza. L'attuale bandiera è blu con un triangolo giallo (che ricorda vagamente la forma dello stato) e una fila di stelle bianche a cinque punte allineate lungo l'ipotenusa. I tre vertici del triangolo rappresentano la teoria delle tre etnie del paese (Serbi, Croati e Bosniaci). Le stelle rappresentano l'Europa e sono pensate per essere continue (per questo le stelle in alto ed in basso sono a metà). I colori bianco, blu e giallo sono solitamente associati alla neutralità e alla pace, oltre ad essere tradizionalmente legati alla Bosnia Erzegovina.  


CONFINA CON:
A nord con la Croazia
A sud con il Montenegro
A est con la Serbia
A sud-ovest con il mar adriatico


CARATTERISTICHE FISICHE

Da un punto di vista morfologico è a grande rischio sismico mentre il paesaggio è vario. La geografia della Bosnia pertanto dominata dalle Alpi Dinariche nella parte occidentale e centrale del Paese (la cima maggiore della Bosnia è il Monte Maglic in Erzegovina con 2386 m) da pianure e colline verso il settore orientale e nord-orientale. Folte foreste ed pianure sono situate verso le valli dei fiumi principali che ad oriente si versano nel bacino di Pannonia.
CLIMA E VEGETAZIONE

Il clima è tipicamente continentale, con inverni generalmente rigidi e nevosi ed estati con discrete escursioni termiche giornaliere, in cui non mancano periodi caldi e afosi. Sono frequenti abbondanti precipitazioni.
A sud dell'Erzegovina prevale una vegetazione sempreverde ed il paesaggio è molto pittoresco per tutto l'anno. Il fogliame verde è il giusto ornamento per le montagne calcaree e per le rive del mare.
L'Erzegovina ha anche alcune varietà vegetali tipiche. Tra le varietà mediterranee di rilievo spicca il melograno. I suoi fiori e frutti rossi sono una vera attrazione. Alla flora tipica dell'Europa centrale appartengono il maggiociondolo, il faggio, la quercia e l'edera.
Bellissime piante quali la salvia e l'avorniello sono una vera attrattiva con le loro fioriture, caratteristiche delle montagne dell'Erzegovina. Quando fioriscono il grigio delle montagne calcaree scompare. In primavera il paesaggio è giallo perché l'avorniello è in fiore e diventa poi azzurro e bianco ed infine giallo scuro per l'avvicendarsi delle diverse fioriture. Osservando dall'alto si ha l'impressione di un tappeto variopinto.
Grazie alla terra e di un clima favorevoli è famoso il tabacco che per la sua qualità si colloca tra i migliori tabacchi del mondo, tuttavia, oggi la sua produzione è quasi cessata.
Si coltivano anche dei vitigni: Zilavka e Blatina. Questi vitigni riescono a crescere solo in Erzegovina grazie alla sua posizione ed al clima mediterraneo favorevole. Grazie alle sue condizioni climatiche ed alla sua posizione, l'Erzegovina è famosa per le sue ciliege che maturano molto prima rispetto alle altre regioni. Inoltre, i terreni di questa regione sono vere e proprie piantagioni di frutta e qui crescono migliaia di ciliegi, alberi di visciole, prugne, pere, albicocche, pesche, mele…

POPOLAZIONE
Nel 2005, , gli abitanti erano circa 600.000 in meno rispetto a quelli rilevati al censimento del 1991. Il calo demografico è conseguenza della lunga guerra civile, che ha provocato circa 300.000 vittime e l’esodo, in parte temporaneo in parte definitivo (con formazione di grossi nuclei di rifugiati in Serbia e in Croazia), di circa 1.900.000 persone. L’attuale popolazione è stimata in circa  3.752.000 abitanti e il tasso di crescita naturale è oggi negativo (-2%). Massicci sono stati gli spostamenti interni, diretti verso i centri urbani, che complessivamente ospitano quasi metà della popolazione; le dimensioni urbane sono piuttosto modeste, a eccezione di Sarajevo (nel 2009 la popolazione del cantone di Sarajevo era stimata in 423.645 ab.) e di Banja Luka.
Il 44% degli abitanti è costituito da Bosniaci (già censiti come Musulmani: nome che, già ai tempi della ex Iugoslavia, trascendeva il significato religioso per assumere quello di vera e propria nazionalità), il 31% da Serbi, il 17% da Croati e il resto da vari gruppi, tra i quali il più consistente è quello dei Montenegrini. La diffusione ubiquitaria del serbo-croato, parlato prevalentemente nella sua varietà bosniaca, assicura la sostanziale unità linguistica. Le percentuali relative alle nazionalità sono indicative anche della composizione della popolazione per religione: i Bosniaci sono quasi tutti di fede islamica sunnita, i Serbi cristiana ortodossa e i Croati in assoluta prevalenza cattolici (18%).

Le Principali Città
La capitale è Sarajevo, ed è la più grande città del paese, è una città devastata da tre anni di guerra civile. È stata la città orientale più ricca di storia ottomana d’Europa, portata dai turchi durante la loro occupazione durata 400 anni. La quintessenza della città è rappresentata dalle moschee, e dai mercati e dei vecchi bazar.

Attività Economiche 

I lavoratori occupati sono così distribuiti: 8,8% nell'agricoltura, 27.5% nell'industria e il 64% nel terziario.
L’agricoltura è poco produttiva,molto sviluppati sono i pascoli, e lo sfruttamento delle risorse. I prodotti di punta sono: il mais, le patate, il frumento e le prugne. 
Vengono specialmente allevati i volatili, gli ovini e i bovini.              
















LA CROAZIA




Il territorio croato è stato soggetto alla dominazione ungherese, e poi austriaca. Entrata a far parte del regno di Jugoslavia nel 1918. Oggi è una repubblica presidenziale.





LA POSIZIONE

Confina a Nord con la Slovenia e l'Ungheria
a Est con la Serbia,
a Sud con la Bosnia-Erzegovina e il Montenegro,
ed è bagnata a Ovest dal mar Adriatico.


TERRITORIO E CLIMA

La fascia costiera affacciata sul mar adriatico comprende a nord la penisola dell'Istria e più a sud la regine della Dalmazia, che ha coste articolate e fitte      di insenature, con numerosissime isole.
Più a ovest, corre una lunga fascia montuosa le cui catene più importanti sono i monti Velebit e le Alpi Dinariche, al confine con la Bosnia.
A est di questi rilievi si estende invece un'ampia area pianeggiante, che si apre verso la pianura Ungherese ed è composta dalle fertili regioni della Slavonia e della Podravina, dai fiumi Drava e Sava.
Il clima è continentale nell'entroterra mentre è tipicamente mediterraneo lungo la fascia costiera.


LA POPOLAZIONE
Il 90% della popolazione è croata, di religione cattolica e di lingua croata.
Esistono consistenti minoranze serbe, di religione ortodossa, e bosniache, di fede musulmana.
Nell'Istria risiede una comunità italiana.
La capitale è la Zagabria con 880 mila abitanti, situata in posizione strategica fra le due principali aree geografiche del paese. 

Altre città importanti sono Spalato con 205 mila abitanti, antica colonia greca della Dalmazia, e Fiume con 150 mila abitanti, principale porto della Croazia.

ATTIVITÀ ECONOMICHE
La produzione è così distribuita:7% agricoltura, 29% industria e 64% nei servizi. L'agricoltura è concentrata nelle pianure nord orientali e produce cereali, patate e barbabietole. Importanti sono l'allevamento, lo sfruttamento forestale e la pesca. L' industria ha un considerevole grado di sviluppo, soprattutto nei settori siderurgico, petrolchimico, metallurgico e agroalimentare.

venerdì 8 maggio 2015

LA SLOVENIA



LA POSIZIONE
La Slovenia si affaccia sul mar adriatico.
A ovest con l’Italia 
A nord con l’Austria
A est con l’Ungheria
A sud con la Croazia



LA STORIA
L'attuale territorio della Slovenia era originariamente abitato da popolazioni celtiche quando i Romani ne iniziarono la conquista intorno al 230 a.C.
Roma dominò per circa sette secoli la regione, che fu divisa fra tre provincie: Italia, Norico e Pannonia . Le sue principali città erano Celeia (attuale Celje), Emona, Nauportus e Poetovio. La romanizzazione della regione era completa all'arrivo delle invasioni barbariche. Nel 450 d.C. Attila distrusse Emona, la principale città della regione, che comunque si riprese momentaneamente sotto gli Ostrogoti di Odoacre.
· V-III secolo a.C.: l'attuale territorio sloveno è abitato da tribù illiriche
· 229-219 a.C.: guerre illiriche, mediante le quali Roma estenderà la propria influenza sulla regione
· II secolo a.C.-V secolo d.C.: dominazione romana. L'area entrerà a far parte, in tarda età repubblicana, della provincia del Norico, e, a partire dal I secolo dell'era volgare, verrà suddivisa fra le tre province di Norico, Pannonia e Dalmazia. In epoca alto-imperiale inizia a diffondersi il cristianesimo, che però si imporrà come religione dominante solo nel IV secolo
· 388 - Nei pressi dell'odierna Ptuj viene combattuta la battaglia della Sava fra l'usurpatore Magno Massimo e l'imperatore Teodosio I che riporta una schiacciante vittoria sul proprio avversario
· 394 - Nella media valle del Vipacco (attualmente in territorio sloveno) viene combattuta la battaglia del Frigido (cosiddetta "battaglia della Bora") fra l'usurpatore Flavio Eugenio e l'imperatore Teodosio I che lo sconfigge
· V secolo: popolazioni germaniche invadono il territorio che, a partire dal 445 circa, subisce devastazioni e saccheggi anche da parte degli Unni.


LE CARATTERISTICHE FISICHE 
Il territorio è prevalentemente montuoso; verso l’interno, fasce di colline e di altopiani si alternano a zone pianeggianti. I rilievi, che rappresentano le estreme propaggini sud-orientali della catena alpina, sono orientati secondo due allineamenti principali: uno a N, lungo il confine con l’Austria e l’altro a O, nella regione confinante con l’Italia. A N si erge la muraglia delle Caravanche, continuazione delle Alpi Carniche, che converge a E, verso le Savinjske Alpe, dove il rilievo si innalza fino ai 2558 m del Monte Grintavec. Nella regione nord-occidentale si snodano i rilievi delle Alpi Giulie, a cui appartiene il Monte Tricorno (2863 m), la massima elevazione della Slovenia. Verso S le dorsali alpine si abbassano in una serie di altopiani calcarei, attraversati da valli e depressioni, che occupano gran parte della Carniola, la regione meridionale del paese, e presentano gli stessi fenomeni carsici della vicina Venezia Giulia. I fiumi principali sono la Drava e il Mur, che però attraversano la S. soltanto per un breve tratto, e la Sava, uno dei più importanti affluenti del Danubio.


IL CLIMA
Il clima è sub mediterraneo sulla costa, alpino sulle montagne e continentale, con estati calde (spesso mitigate dall'altitudine) e inverni freddi, negli altopiani e nelle valli orientali.
La temperatura media annua sul litorale adriatico è di 13,8 °C, con una media del mese più freddo, gennaio, di 4,9 °C e del mese più caldo, luglio, di 23,3 °C; a Lubiana, situata a quasi 400 metri di quota nella zona centrale, tali valori scendono rispettivamente a 9,3 °C per la media annua, -1,1 °C per la media di gennaio e 19,2 °C per la media di luglio. 
Le precipitazioni sono variabili, con valori di circa 1 000 mm sulla costa, 800 mm nel sud-est e 1 400 mm nella Slovenia centrale; lungo l'arco alpino, nelle zone orograficamente meglio esposte alle correnti umide, si possono raggiungere anche i 3 500 mm.



LA VEGETAZIONE
La Slovenia occupa solo lo 0,004% della superficie del nostro pianeta, ma nel suo territorio vive più dell’1 % di tutti gli esseri viventi e più del 2 % delle specie di esseri viventi terrestri e di acqua dolce. La Slovenia è la terza nazione più boscosa d'Europa. Nei boschi sloveni crescono ancora funghi commestibili e vi vive una grande popolazione di orsi, che per fortuna, di regola evitano il contatto con l'uomo.


La Slovenia è un paese verde che promuove il turismo ecologico. Circa il 60% del territorio è coperto da boschi a caducifoglie e ad aghifoglie. La foresta vergine dista soltanto 60 chilometri dalla capitale. Numerosi sono i boschi nei quali sono stati sistemati i sentieri tematici. Un buon terzo del territorio sloveno fa parte della rete europea delle zone ecologiche. Per essere in contatto con gli animali selvatici in Slovenia basta andare al margine dei boschi appena fuori dalle città. Nelle foreste ci sono numerosi caprioli che si avvicinano spesso agli abitati. C'è molta probabilità che nei boschi incontriate animali minori come ad esempio lo scoiattolo. 

In Slovenia nidificano numerose specie di uccelli, e il suo territorio nel contempo funge anche da base per molti uccelli migratori. Il maggior numero di specie di uccelli si possono osservare nei vari parchi ambientali.

LE ATTIVITÀ’ ECONOMICHE
Il terziario rappresenta la più grande parte dell'economia, quasi il 64 % del PIL totale nel 2008. Tra i servizi sempre più importanti figura il turismo. Il settore industriale partecipa al PIL totale con il 26% circa, l'edilizia con l'8%, l'agricoltura con il 2%. 

Tra i più importanti rami del settore industriale è doveroso elencare la siderurgia, la meccanica (autovetture, elettrodomestici), l'industria del legno e tessile, l’industria chimica e la produzione di farmaci, macchinari ecc..
l settore legato all'industria è ancora il più significativo, all'interno dell'economia di questa nazione, occupando il 40% del PIL. In particolar modo sono sviluppati l'industria siderurgica e del legno, mentre sono in forte crescita l'industria elettronica, elettrodomestici e trasporti.
L'agricoltura occupa il 6% del PIL (in particolar modo grano e granturco).


Degno di nota è il grande proliferare di imprese di import/export grazie alla posizione strategica della nazione, che ne ha determinato sempre un crocevia. Il settore del commercio, in generale, contribuisce al 10,8% del PIL.