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giovedì 30 ottobre 2014

Dalla Germania: i bretzel

Il bretzel o pretzen è il saporito pane di origine alsaziana, uno dei simboli dei Paesi di lingua tedesca e del Sud-Tirolo dal caratteristico colore ambrato e dalla forma annodata e dall'inconfondibile sapore. 
Secondo la leggenda,  a diffondere i bretzel sarebbero stati i monaci del Sud della Francia che li elargivano in premio ai ragazzi che riuscivano a imparare a memoria alcuni versi della Bibbia. Bretzel significherebbe infatti "ricompensa" e la loro forma ricorderebbe le braccia incrociate dei bambini, in atteggiamento di preghiera: i tre caratteristici buchi starebbero a indicare la Trinità.

Ingredienti:250ml di acqua, 50gr di burro, 500gr di farina, 20gr di lievito di birra, 3 cucchiai di bicarbonato, 1 cucchiaino di sale fino, 3 cucchiai di sale grosso, 2 uova (per lucidarli) e zucchero q.b.

Preparazione

Stemperate il lievito nell'acqua tiepida ed aggiungetevi dello zucchero. A parte, intanto, sciogliete a bagnomaria il burro.
In una ciotola versate la farina a fontana, dove andrete a versarvi il lievito di birra, il burro, l'acqua ed il sale.
Impastate il composto con cura per qualche minuto e quindi create una sorta di piccola palla con l'impasto che andrà ricoperta, ma non troppo, di farina e lasciato riposare coperto per qualche ora.
A lievitazione completata procedete realizzando delle palline piuttosto allungate, incrociando le due estremità dell'impasto, dando quindi subito la forma tipica del bretzel. Ad operazione fatta lasciate nuovamente a riposo per ancora un'ora.
Fate quindi bollire l'acqua, versate del bicarbonato ed immergete, uno alla volta, i bretzel precedentemente realizzati per una trentina di secondi.
Procedete quindi a spennellarli con le uova, ricoprite di sale grosso (senza esagerare e cercando di metterlo sopratutto nella parte centrale) e quindi infornate a 220° finché i bretzel non avranno assunto la doratura.

lunedì 20 ottobre 2014

L'EUROPA E LA GRANDE GUERRA

La situazione internazionale nel 1914
Le alleanze:
Triplice Intesa (Inghilterra, Francia, Russia),
Triplice Alleanza (Germania, Impero Austro-Ungarico e Italia)
I contrasti:
Contrasto fra Russia e Austria per l'egemonia nei Balcani
Contrasto fra Francia e Germania per le regioni lungo il Reno
Contrasto fra Inghilterra e Germania (l'Inghilterra guarda con preoccupazione la politica di potenza della Germania)
Contrasto fra i diversi gruppi nazionali negli imperi multietnici (Russia zarista, Impero Ottomano, Austria-Ungheria)
L'attentato di Sarajevo e l'ultimatum austriaco alla Serbia (1914)
L'arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia vengono uccisi, a Sarajevo durante una visita ufficiale, da uno studente nazionalista Gavrilo Princip.
L'Austria lancia un ultimatum alla Serbia: chiede lo scioglimento delle associazioni antiaustriache e anche che i funzionari austriaci indagassero sull'attentato in territorio serbo. La Serbia non accetta e scoppia la guerra (28 luglio 1914).
Il primo anno di guerra (1914)
-la Russia si mosse a fianco della Serbia
-la Germania dichiara guerra alla Russia
-la Francia, legata alla Russia, mobilita le proprie forze armate, la Germania attacca le truppe francesi invadendo il Belgio neutrale
-l'Inghilterra interviene in difesa del Belgio
grazie anche all'intervento delle truppe inglesi, la Francia riuscì a fermare i tedeschi. La guerra si trasformò in una guerra di posizionamento e logoramento (trincee)
I due fronti:
-occidentale (dove si affrontano Francia, Inghilterra contro Germania)
-orientale (che vedeva Germania e Austria contro la Russia e la Serbia). I tedeschi sconfissero i russi a Tannenberg e sui Laghi Masuri; i russi però riuscirono ad invadere l'Ungheria.
La neutralità dell'Italia
Nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, l'Italia afferma che il trattato di alleanza aveva carattere difensivo, mentre era stata l'Austria a dichiarare guerra alla Serbia.
L'opinione pubblica nei mesi successivi si divide in due fazioni:
-neutralisti (liberali, cattolici, socialisti)
-interventisti (nazionalisti, liberali conservatori, socialisti democratici, socialisti rivoluzionari di Mussolini)
L'Italia in guerra (1915)
Salandra stipula con l'Intesa il patto di Londra: l'Italia "tradisce" l'Alleanza per l'Intesa, in cambio, in caso di vittoria, avrebbe ottenuto Trentino e Alto Adige fino al Brennero, la Venezia Giulia, l'Istria, la Dalmazia (esclusa Fiume), alcune città dell'Albania.
Il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria.
Il fronte Italiano
L'Austria organizzò un attacco a sorpresa nel Trentino per punire l'Italia del mancato rispetto dei patti ma le linee italiane riuscirono a resistere e, dopo essere passate alla controffensiva, nei mesi successivi riconquistarono i territori perduti e presero Gorizia.
La Russia esce dalla guerra
La Russia nella confusione politica determinata dalla rivoluzione del 1917, nel 1918 firma la pace con gli Imperi Centrali.
Intervento degli USA
Dopo l'affondamento del piroscafo Lusitania, il presidente americano Wilson invia truppe e materiali sul fronte occidentale.
La disfatta di Caporetto
Sul fronte alpino, dopo nuove e inutili offensive italiane sull'Isonzo e sull'Altopiano di Asiago, a ottobre una massiccia controffensiva austrotedesca sfondò il fronte italiano presso Caporetto, provocando la rotta dell'esercito italiano e lo sbandamento dell'intero schieramento difensivo. Fra novembre e dicembre le truppe italiane, affidate al generale Armando Diaz, chiamato a sostituire Cadorna, si assestarono lungo la linea del Piave e sul Monte Grappa.
I 14 punti di Wilson
Il presidente accentua il carattere ideologico della guerra, presentandola come una crociata della democrazia contro l'autoritarismo e l'imperialismo tedesco. Delinea la sua linea politica in un programma di pace in 14 punti, che auspicava:
-l'autodecisione dei popoli
-la costituzione di un nuovo organismo internazionale, la Società delle Nazioni.
La vittoria (1918)
La vittoria italiana di Vittorio Veneto mise in rotta gli austriaci e li costrinse a chiedere l'armistizio. Il 4 novembre cessarono le ostilità tra gli italiani e gli austriaci (pochi giorni dopo anche la Germania si arrese alle forze alleate).




venerdì 17 ottobre 2014

LA GERMANIA


I Germani (da cui il paese prende il nome) si impadronirono di questa parte delle regione europea, prima abitata dai celti, negli ultimi secoli a.C.
Dopo aver respinto i tentativi romani di conquistare i loro territori, essi contribuirono successivamente, nei primi secoli d.C., al crollo dell'impero romano, riunendosi poi sotto il regno dei franchi (anch'essi di origine germanica).

autrice: Marianna Marzola

Forma di governo: Repubblica federale
La Germania è una Repubblica federale costituita da 16 Stati confederati, i Länder.

Capitale: Berlino
La Repubblica federale tedesca è uno stato situato nel cuore dell' Europa.
A Ovest confina con Francia, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi.
A Nord confina con la Danimarca e si affaccia sul Mare del Nord e sul Mar Baltico.
A Est confina con Polonia e Repubblica Ceca.
A Sud con Austria e Svizzera.



Clima e vegetazione
La Germania ha un clima di tipo oceanico a Nord, con venti, precipitazioni abbondanti e forti nebbie.
Sulle alte terre centrali e sulle pendici alpine il clima è più rigido, con precipitazioni nevose abbondanti ed estati fresche.
Ai piedi dei rilievi, nelle zone pianeggianti e nelle valli dei fiumi gli inverni sono meno rigidi e le estati sono soleggiate.
La vegetazione più caratteristica del territorio sono i boschi di conifere e latifoglie e i prati che si estendono su quasi un terzo del paese. Eccellenti vigneti coprono le colline nella zona sud-occidentale.



La popolazione
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Germania si trovava ad avere subito grosse perdite umane, e il paese era stato diviso in due stati: in parte queste perdite furono  compensate dall'immigrazione di circa 12 milioni di tedeschi che provenivano da territori orientali che la Germania aveva perduto.
In seguito alla caduta del muro di Berlino (1989) e alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, molti furono anche gli immigrati da Paesi dell’Europa Orientale.
Fino agli anni ’60 del Novecento, la maggioranza degli immigrati era formata da Italiani, mentre successivamente da Turchi e Iugoslavi.
Oggi gli stranieri in Germania sono oltre 7 milioni; 2 milioni  sono turchi, e questo si presenta come il gruppo etnico più consistente.
La Germania è anche una destinazione preferenziale per i rifugiati politici di molti paesi in via di sviluppo.
Anche la composizione religiosa dello Stato tedesco è mutata in seguito al crescente numero di immigrati  che professano fedi diverse.
Quasi la metà dei tedeschi è protestante (43%), ma i cattolici sono un gruppo consistente (32%). Anche se si tratta di una piccola minoranza, con solo il 2,1% il numero dei musulmani nel paese è in aumento.

In Germania, sempre più frequenti sono gli episodi di razzismo e xenofobia, il più delle volte causati da gruppi estremisti di destra (spesso di stampo neonazista) diffusi soprattutto negli stati orientali. Numerosi sono i giovani che provano sentimento nostalgici nei confronti del nazismo, a causa della disoccupazione e delle difficoltà economiche. 
Nel  loro risentimento sociale vedono nello straniero il capro espiatorio della propria mancata realizzazione.  Nell'ambito di una politica comune all'interno dell'Unione Europea, la Germania sta promuovendo un progetto con l'ottica di perseguire gli autori di messaggi che incitano all'odio razziale, nei casi in cui ciò costituisce una minaccia, un insulto o una diffamazione.

Le principali città


Berlino
Le sue origini risalgono al 1307, quando due villaggi sulle rive della Sprea, si uniscono a scopo difensivo. Iniziava così la storia di Berlino come città. Il suo sviluppo è continuo, tanto che al momento dell'unità nazionale, quando nel 1871 assume il ruolo di capitale dell'impero germanico, gli abitanti hanno già raggiunto la cifra di 800 mila.
Il XX secolo sottopone la città a dure prove: la dittatura nazista, i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la divisione della città in quattro zone di occupazione al termine della guerra, la costruzione del Muro che dal 1961 al 1989 tiene separata la popolazione in due diversi stati (Germania Ovest e Germania Est). La città viene riunificata nel 1990 e, dal 1991, è di nuovo capitale della Germania.
Fino a quel momento la capitale della Germania ovest era Bonn, una piccola città sul Reno, luogo di nascita del famoso musicista Ludwig van Beethoven.



Amburgo
E' la seconda città della Germania come numero di abitanti. Sorge alla confluenza l'Alster e l'Elba e il suo porto assorbe quasi la metà del traffico marittimo tedesco.




Monaco
E' la capitale della Baviera, nota all'estero per le industrie della birra e per l'Oktoberfest. Qui ha sede l'ufficio europeo dei brevetti.



Nell'ex Germania est spiccano le città di DRESDA sul fiume Elba e LIPSIA. Le due città, completamente distrutte dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, furono ricostruite nel rispetto dello stile originario. Sono città di grande rilievo culturale.

Attività economiche

I lavoratori occupati sono così distribuiti: 71% nei servizi, 27% nell'industria, 2% nell'agricoltura.
L'agricoltura ha un elevato grado di meccanizzazione e utilizza tecniche avanzate, ma non ha una grande influenza nell'economia tedesca, dato che i terreni su cui viene praticata non sono particolarmente fertili.
Le colture principali sono costituite da orzo, frumento, patate, barbabietola da zucchero, luppolo.  Nelle valli del Reno e della Mosella, più fertili, è in crescita la coltivazione della vite per la produzione di vini di ottima qualità.
La vasta estensione di colture foraggere ha favorito l'allevamento bovino.
L'industria della Germania trae l'energia necessaria in minima parte dal carbone la cui estrazione è stata quasi abbandonata.  Le riserve nazionali di idrocarburi sono modeste. Le centrali nucleari dell'Est sono state chiuse perché arretrate e pericolose.
Restano in funzione diverse centrali nell'Ovest che però dovrebbero essere progressivamente chiuse. La Germania importa elettricità dai paesi scandinavi e gas e petrolio tramite un'ampia rete di oleodotti e gasdotti.
Essendo la Germania la quarta potenza industriale del mondo dopo Stati Uniti, Cina  e Giappone, l'industria tedesca spazia in tutti i settori: la siderurgia e la metallurgia, la meccanica pesante, la cantieristica, l'industria delle automobili, la chimica e farmaceutica, l'aerospaziale, l'elettronica e la ricerca sulle biotecnologie. Hanno un buon sviluppo anche il tessile, l'agroalimentare e la lavorazione del legno.

PER SAPERNE DI PIÙ SULL'INNO NAZIONALE DELLA GERMANIA, CLICCA SULL'IMMAGINE DEL SUO AUTORE: HEINRICH HOFFMAN VON FALLERSLEBEN  
  
  

martedì 14 ottobre 2014

La ricetta della Quiche Lorraine

In cucina la quiche è un tipo di torta salata inizialmente tipica della cucina francese
La quiche lorraine (originaria della regione francese della Lorena) è la varietà più conosciuta di quiche. Provatela!
Ingredienti per 4 persone

1 disco di pasta brisé
200 ml di panna
1/2 cipolla
4 uova
100gr di pancetta a dadini
100 gr di Emmenthal
Sale e pepe

Preparazione
Disponete la pasta brisè in una teglia di qualche centimetro più stretta, in modo da poter ricavare dei bordi. Punzecchiate il fondo con una forchetta.
Disponete la pancetta e il formaggio, tagliato a dadini, su tutta la superficie. Aggiungete la cipolla, tritata finemente.
Sbattete le uova con la panna, condite con sale e pepe e versate il tutto sulla pasta. Ripiegate i bordi verso l’interno e cuocete in forno già caldo a 200 gradi per circa 30 minuti.

venerdì 3 ottobre 2014

LA FRANCIA

Questo territorio era abitato dai Celti (che i 
Romani chiamavano "Galli"), originari dell' attuale Francia orientale e dell'alta valle del Danubio.
Esso fu conquistato da Giulio Cesare tra il 58 e il 52 a.C. e per quattro secoli fece parte dell' Impero Romano. Quando questo entrò in crisi, il territorio fu conquistato dai Franchi, una popolazione di origine germanica.
Da loro deriva il nome del paese.



autrice: Elisa Battistutta

Forma di governo: repubblica presidenziale
Capitale: Parigi 
Fanno parte dello stato Francese anche l' isola di Corsica, nel Mediterraneo, e alcune ex colonie.
Le principali sono: Guadalupa e Martinica nei Caraibi, la Guyana francese dell' America del Sud, Réunion nell'Oceano Indiano, la Polinesia francese con Tahiti nell'Oceano Pacifico. 

La popolazione



autori: Giulia Cerchier e Leonardo Milan


Le aree più periferiche, o meno coinvolte dello sviluppo dell' industria dell'ultimo secolo, sono andate incontro a un sempre maggiore calo demografico. L'immigrazione ha giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo del paese, a partire dalla rivoluzione industriale fino al secondo dopoguerra.
Notevole è  stato l'afflusso dai paesi del bacino Mediterraneo, come Italia, Spagna e Portogallo. Successivamente la provenienza degli immigrati si è sbilanciata a favore delle ex colonie: Algeria, Marocco, Tunisia, Senegal, Mauritania.
L'immigrazione in Francia ha radici molto lontane: infatti secondo alcune stime un terzo della popolazione Francese discende da immigrati. Tuttavia se da una parte l'immigrazione ha rappresentato e rappresenta una grande risorsa per il paese , essa ha anche creato uno squilibrio tra le grandi città, prima di tutte Parigi, e i centri minori. Parigi, con i suoi circa 10 milioni di abitanti, è diventata un gigantesco agglomerato urbano, dove spesso si sviluppano episodi di intolleranza e rivolta causati dalla non facile convivenza tra i diversi gruppi etnici e sociali.
Anche le diverse professioni religiose a volte sono state alla base di scontri e di polemiche. Questa situazione ha spinto il governo francese a varare, nel 2004, la cosiddetta "legge sulla laicità", che vieta l'esposizione di simboli religiosi vistosi nei luoghi pubblici. Questa legge è stata popolarmente definita "legge anti-velo" perché sembra colpire, più delle altre fedi, l'Islam, seconda religione del paese. Anche qui le polemiche non sono mancate, e il velo è diventato, per le ragazze musulmane, simbolo di resistenza contro la cultura occidentale e contro lo stile di vita europeo.

Le lingue

autori: Giulia Cerchier e Leonardo Milan

In Francia, oltre al francese, parlato dalla maggioranza della popolazione e lingua ufficiale, si parlano diverse lingue locali, come l'Alsaziano, il Basco, il Bretone, il Catalano, il Corso, il Fiammingo, l'Occitano... La lingua francese è parlata anche in moltissimi altri paesi, sparsi in tutto il mondo, da circa 180 milioni di persone. I paesi che usano il francese come lingua madre (come il Belgio) o come lingua ufficiale (come il Canada) sono detti francofoni.   

Le principali città


autore: Giorgio Montisano, Imeroski Hadis, Berardo Edoardo


Sulle rive della Senna sorge la capitale, PARIGI, un agglomerato urbano di circa 10 milioni di abitanti. Le sue origini risalgono al neolitico (5.000 a.C.). 
Nel III secolo a.C. vi si insediò la popolazione celtica dei parisii; successivamente  fu conquistata dai Romani  che le diedero il nome di  Lutetia  Parisiorum, poi abbreviato in Parigi. La città acquistò grande prestigio  dopo l'arrivo  dei Franchi che ne fecero la capitale del regno,  da quel momento  le alterne vicende storiche videro Parigi come centro di ogni  cambiamento: dall'acquisizione  dell'unità e l'indipendenza nazionale dopo  la  guerra dei Cent'anni alle lotte di religione, dall'assolutismo del re Sole (Luigi XIV) alla rivoluzione francese, dall'impero di Napoleone alla resistenza contro il nazismo in una Parigi occupata dalle truppe tedesche durante la Seconda guerra mondiale. 

Con oltre 28 milioni di turisti ogni anno, Parigi è la città più visitata al mondo; vanta numerosi monumenti storici quali (tra i più importanti): la famosissima Tour Eiffel,  Notre-Dame e l’Arco di Trionfo.
La Tour Eiffel, costruita dall’ingegnere Gustave Eiffel dal 1886 al 1889, nel 2007 ha vantato quasi 7 milioni di visitatori
La cattedrale di Notre-Dame, invece, è stata costruita molto prima, nel 1344. È stata scelta come luogo di molti ricevimenti nazionali ed è ancora oggi disponibile per il culto.
L’Arco di Trionfo, commissionato nel 1806 da Napoleone, venne inaugurato nel 29 luglio del 1836 e fu costruito appunto per celebrare le numerose vittorie di Napoleone Bonaparte. Nel 1920 ci venne posta sotto la tomba del Milite Ignoto.



La seconda città come numero di abitanti è MARSIGLIA (1,3 milioni): si affaccia sul Mediterraneo, dove costituisce il più importante porto francese per traffico di merci e passeggeri, e un grande scalo petrolifero; è anche meta turistica perché conserva importante tesori d'arte.

La terza città è LIONE (1,2 milioni di abitanti): situata alla confluenza della Saona nel Rodano, vanta origini romane di cui conserva un anfiteatro augusteo; è un centro industriale e finanziario in grande espansione.

Altre importanti città sono TOLOSA, dove sono localizzate imprese aerospaziali, istituti di ricerca e due università a carattere essenzialmente scientifico; NIZZA, città della Costa Azzurra, centro turistico e culturale; STRASBURGO, porto fluviale sul Reno al confine con la Germania, sede del Parlamento europeo, del Consiglio d'Europa e della Corte internazionale dei diritti dell'uomo.


L'industria francese

autrice: Padovese Elena

I lavoratori occupati sono così distribuiti: 71% nei servizi, 25% nell'industria, 4% nell'agricoltura.
L’agricoltura ha un elevato grado di meccanizzazione e utilizza tecniche avanzate. Questo ha consentito alla Francia di diventare il primo paese agricolo dell’Unione Europea e il secondo esportatore agricolo mondiale dopo gli USA. Si coltivano principalmente ortaggi e barbabietole da zucchero. Anche la silvicoltura ha un discreto peso.
Gli allevamenti sono considerevoli; lungo le coste atlantiche si pratica l’allevamento delle ostriche e di altri molluschi.
L’industria Francese trae l’energia necessaria dalle numerose centrali nucleari, dislocate lungo i grandi fiumi e i litorali marini. E’ in crescita la produzione di energia idroelettrica.
Essendo la Francia una potenza industriale mondiale, l’industria francese spazia in tutti i settori: produzione di acciaio, industria automobilistica, farmaceutica e cosmesi, l’alta moda, il settore agroalimentare con prodotti tipici e pregiati. 


L'inno della Francia
La Marsigliese è un canto dei rivoluzionari francesi, poi adottato dalla Francia come inno nazionale.