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martedì 12 maggio 2015

LA MACEDONIA




La Repubblica di Macedònia (in macedone: Република Македониjа, Republika Makedonija) è uno Stato della penisola balcanica nell'Europa sud-orientale. Da taluni Stati è riconosciuta come Former Yugoslav Republic of Macedonia (in macedone Πоранешна Југословенска Република Македонија, Poranešna Jugoslovenska Republika Makedonija, in italiano Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, acronimo FYROM) a seguito dell'adesione del Paese all'Organizzazione delle Nazioni Unite (1993) con tale "denominazione provvisoria" secondo l'organizzazione, adottata per via della disputa sul nome avviata dalla Grecia.[5] Confina a ovest con l'Albania, a est con la Bulgaria, a nord con la Serbia e il Kosovo e a sud con la Grecia.
Il territorio governato dalla Repubblica di Macedonia era in precedenza la parte meridionale estrema della Jugoslavia. I confini odierni vennero fissati poco dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Jugoslavia socialista stabilì nella zona la Repubblica Socialista di Macedonia, riconoscendo i Macedoni come una nazione separata all'interno della Jugoslavia.
Rinominatasi Repubblica di Macedonia l'8 settembre 1991, si separò pacificamente dalla Jugoslavia senza ulteriori modificazioni territoriali.
Economia
La Repubblica Macedone era una delle aree più povere dell'ex Jugoslavia. Nel settembre 1991 anno della sua pacifica indipendenza, produceva soltanto il 5% di tutti i beni e servizi della Repubblica Federale. L'indipendenza ha fatto cessare l'arrivo dei fondi provenienti dal governo federale, acuendo la difficile situazione economica. I primi anni di indipendenza hanno risentito gli effetti negativi di molte situazioni: l'assenza di infrastrutture; la mancanza di un mercato libero; le sanzioni dell'ONU alla Serbia che rappresenta uno dei suoi principali mercati; l'embargo economico dalla Grecia per la controversia legata al nome e alla costituzione. Per tutto questo l'economia è ristagnata fino al 1996; dopo di che si è avuta una ripresa fino al 2000. Successivamente si è avuto l'effetto negativo dell'insurrezione albanese del 2001, che ha comportato una riduzione degli scambi commerciali. L'aumento della disoccupazione e la diffusione del mercato nero continuano a essere un grave peso per lo sviluppo dell'economia macedone. Il PIL pro capite rimane uno dei più bassi d'Europa.
Ambiente
Oltre il 7% del territorio è totalmente/parzialmente protetto. Nella Repubblica di Macedonia vi sono:
3 parchi nazionali (Pelister dal 1948, Mavrovo dal 1949, Monte Galichica dal 1958)
4 riserve naturali integrali
3 paesaggi protetti
14 aree con flora o fauna particolari
33 aree dichiarate monumenti naturali

Nella Repubblica di Macedonia vi sono 34 città, di cui sono cinque hanno una popolazione che supera i 50.000 abitanti. La capitale Skopje da sola raggruppa il 25% circa del totale della popolazione nazionale.
Etnie
Lo Stato macedone è composto da due principali gruppi etnici. Secondo i dati del censimento del 2002
il gruppo principale (64,2% della popolazione) sono i macedoni la cui lingua materna, il macedone, una lingua slava meridionale, è parlata da circa 1,3 milioni di abitanti.
il secondo gruppo etnico (18.2%) è l'albanese, la cui lingua viene parlata da circa 350 000 persone; per legge, l'albanese è lingua ufficiale a livello comunale nei comuni in cui vi è presenza etnica albanese superiore al 20% della popolazione.
Vi sono poi alcune minoranze, fra le quali le più importanti sono: bulgari, turchi, serbi, arumeni (o macedo-rumeni), rom.

Demografia
Come in tutte le repubbliche della ex-Jugoslavia, la caduta del regime comunista e della repubblica federale ha aperto le frontiere, avendo come conseguenza una significativa emigrazione, accentuata dalle tensioni etniche. Più di 4000 cittadini macedoni provenienti dal nord-ovest della Repubblica di Macedonia - in particolare dai villaggi di Žirovnica, Trebište, Rostuša, Golem Papradnik, Centar Zupa e dalla città di Gostivar - sono emigrati in Italia a partire dalla metà degli anni novanta insediandosi in città come Roma, Ancona, Treviso, Bassano del Grappa. Integrati bene nella società, la maggior parte di loro lavora nel campo dell'edilizia e nelle fabbriche.
Lingue
La lingua ufficiale del paese è il macedone. Oltre alle lingue dei due gruppi etnici riconosciuti tra i quali la lingua albanese, vi sono altre sei lingue minoritarie, in ordine di diffusione: il bulgaro (parlato dalla minoranza bulgara), romaní (parlato dalla popolazione di etnia rom), il serbo, l'arumeno e la variante di quest'ultimo, il meglenorumeno. Lo Stato macedone è l'unico a riconoscere ufficialmente la lingua arumena, lingua autoctona della regione, parlata come madrelingua da 9.695 aromeni (censimento 2002), ma conosciuta da altre migliaia di cittadini macedoni, di discendenza arumena che si sono urbanizzati. Poiché nella lingua macedone non esiste un alfabeto fonetico (né, di conseguenza, la pratica della compitazione), i suoni, anche se di parole straniere, vengono semplicemente scanditi o sillabati più lentamente.
Il territorio dell'attuale Repubblica di Macedonia ha fatto parte, durante i secoli, di numerosi Stati e imperi antichi. La Peonia, l'antica Macedonia, l'Impero romano e l'Impero bizantino; in seguito gli Stati medioevali di Bulgaria e di Serbia. Nel XV secolo la regione venne conquistata dall'Impero ottomano.
In seguito alle due guerre balcaniche nel 1912 e nel 1913 e la dissoluzione dell'Impero ottomano, diventò parte della Serbia e fu riconosciuta come Јужна Србија (Južna Srbija, "Serbia meridionale"). Dopo la Prima guerra mondiale la Serbia si unì al neo-formato Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. Nel 1929, il regno fu rinominato Jugoslavia e diviso in province chiamate "banovina". Il territorio della moderna Repubblica di Macedonia divenne la Provincia di Vardar (Vardarska Banovina).
Nel 1941, la Jugoslavia venne occupata dalle Potenze dell'Asse. La provincia Vardarska Banovina venne spartita tra la Bulgaria e l'Italia, che al momento occupava l'Albania. Il rigido governo che le forze occupanti stabilirono nella zona incoraggiò molti slavi macedoni ad appoggiare il movimento di resistenza di Josip Broz Tito, che divenne il presidente della Jugoslavia alla fine della guerra. Dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale, la Repubblica Popolare di Macedonia in Jugoslavia diventò una delle sei repubbliche della Repubblica Popolare Federale di Jugoslavia. In seguito alla ridenominazione della Federazione Jugoslava in Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia nel 1963, la Repubblica Federale di Macedonia fu ridenominata allo stesso modo Repubblica Socialista di Macedonia. La repubblica si ridenominò Repubblica di Macedonia nel 1991, quando si separò pacificamente dalla Jugoslavia. Entrò in conflitto formale con la Grecia a proposito del nome ufficiale dello Stato dopo la sua dichiarazione d'indipendenza, e nel 2013 la disputa persiste.

La Repubblica di Macedonia rimase in pace durante la Guerra civile jugoslava nei primi anni novanta ma fu parzialmente coinvolta nella Guerra del Kosovo nel1999, quando circa 360 000 albanesi si rifugiarono dal Kosovo nel paese. I profughi ritornarono velocemente nella loro regione alla fine della guerra, ma, poco dopo, i radicali albanesi di entrambi i lati del confine presero le armi per rivendicare l'autonomia o l'indipendenza per le aree a maggioranza albanese della Repubblica. Venne combattuta una piccola guerra civile e le etnie albanesi si ribellarono, soprattutto nel nord e nell'est del paese, nel marzo/giugno del 2001. Si arrivò a una conclusione del conflitto con l'intervento di un piccolo contingente di monitoraggio della NATO e con l'impegno del governo a riconoscere culturalmente la minoranza albanese.

MONTENEGRO

Il Montenegro è stato per molti secoli un principato indipendente, elevato a regno nel 1910.                          
Nel 1918 dopo la prima guerra mondiale   fu forzatamente inglobato, nonostante   la resistenza   dei   nazionalisti montenegrini, al regno di Jugoslavia. 
Dopo essere stato invaso dall’Italia   durante alla seconda guerra mondiale, entro nella federazione Jugoslavia.
Alla scomparsa di quest’ultimo nel 1992, il Montenegro formò una federazione con la Serbia fino al 2006, quando un referendum decise per l’indipendenza.


LA POSIZIONE
Il piccolo stato del Montenegro si trova nell’Europa sud-orientale. Confina a nord-ovest con la Bosnia e la Croazia. A nord-est con la Serbia e sud-est con l’Albania; si affaccia a sud-ovest sul Mar Adriatico.


LA POPOLAZIONE
La popolazione è composta da numerose etnie: il 43% è rappresentano da montenegrini e il 32% da serbi, di religione ortodossa; l’8% è formato da bosniaci e il 5% da albanesi, di religione musulmana. 
La lingua più parlata è la variante montenegrina del serbo-croato, da alcuni considerata una lingua a sè stante.



La capitale è Podgorica (173.000 ab.), situata in situazione in posizione favorevole tra l’Adriatico e le montagne.



LE ATTIVITA’ ECONOMICHE
L’economia, pur partendo da una condizione piutosto arretrata e in lento sviluppo, grazie anche ai contatti con l’unione europea. Nel quadrato del settore primario (15% del PIL) l’agricoltura è poco pratica a causa della scarsità dei terreni coltivabili. Si producono soprattutto cereali, tabacco e sul breve tratto di costa, alberi da frutto olivi e viti. L’industria (30%) è presente nei settori siderurgico e metallurgico, oltre che in quello della lavorazione del tabacco. I servizi (55%) sono il settore che sta conoscendo il maggiore sviluppo, in particolare per quanto riguarda il turismo.
 coltivazione di tabacco

SERBIA


La Serbia occupa la parte più interna della penisola Balcanica un'area prevalentemente montuoso. Popolazioni slave si insediarono su questo territorio a partire dal III secolo d.C.. Fu invasa dai turchi nel XIV secolo, la regione raggiunse l’ indipendenza nell’ Ottocento.

Le caratteristiche fisiche

Il territorio della Serbia è pianeggiante nel settore settentrionale e montuoso e collinare in quello centro-meridionale, con varie cime che superano i 2000 metri di altitudine, in particolare nella zona meridionale. A nord, fra il Danubio e i confine con l’ Ungheria e la Romania, si estende un vasto bassopiano costituito da diverse pianure: Banato (a est del Tibisco) e Backa (tra i fiumi Tibisco e Danubio).Il rilievo è costituito da gruppi montuosi isolati del sistema delle Alpi Dinariche come i Monti Povlen, Kopaonik; a oriente si innalzano le estreme propaggini dei Balcani e a sud-ovest nel Kosovo, si allungano le alpi Albanesi. La Serbia è attraversata dal Danubio in cui confluiscono i fiumi Sava, Tibisco e Morava, tutti ricchi di acqua e con un regime regolare .

Clima e vegetazione

Il clima della Serbia è di tipo continentale; caratterizzato da inverni freddi ed estati calde, ma le precipitazioni sono abbondanti. Il manto vegetale è costituito da boschi di latifoglie e conifere sui rilievi e da steppe e praterie nelle zone pianeggianti.


Le città
La capitale è Belgrado con circa 1 200 000 di abitanti, la città è stata gravemente danneggiata dai bombardamenti durante il conflitto nel 1999, ma ora ha un aspetto moderno ed è un attivo centro di servizi e sede di grandi industrie di trasformazione. Altre città importanti sono Novi Sad con 190 000 abitanti porto fluviale e Pristina che fu capitale della Serbia nel XII secolo.

La popolazione 
La popolazione della Serbia conta 10 000 000 abitanti con una densità demografica del 114 abitanti per km2 . La lingua che vi si parla è il Serbo-croato.


Le attività economiche
I lavoratori sono così distribuiti: 4% nell' agricoltura, 33% nell' industria e 61% nel terziario. L'agricoltura è sviluppata nelle zone fertili delle pianure settentrionali, dove si coltivano mais, frumento, barbabietola da zucchero, cotone e lino, e anche prugne e vite.Il paese possiede  discrete risorse minerarie di piombo, zinco, ferro e maganese l'apparato industriale si trova nelle vicinanze di Belgrado. Lo sviluppo delle vie di comunicazione è limitato per via dei bombardamenti del 1999. gli scambi commerciali sono ridotti anche se si trova in una posizione favorevole. E il turismo è molto limitato.












BOSNIA ERZEGOVINA




L'attuale bandiera della Bosnia ed Erzegovina è stata adottata il 4 febbraio 1998, andando a sostituire una bandiera precedente, utilizzata a partire dall'indipendenza. L'attuale bandiera è blu con un triangolo giallo (che ricorda vagamente la forma dello stato) e una fila di stelle bianche a cinque punte allineate lungo l'ipotenusa. I tre vertici del triangolo rappresentano la teoria delle tre etnie del paese (Serbi, Croati e Bosniaci). Le stelle rappresentano l'Europa e sono pensate per essere continue (per questo le stelle in alto ed in basso sono a metà). I colori bianco, blu e giallo sono solitamente associati alla neutralità e alla pace, oltre ad essere tradizionalmente legati alla Bosnia Erzegovina.  


CONFINA CON:
A nord con la Croazia
A sud con il Montenegro
A est con la Serbia
A sud-ovest con il mar adriatico


CARATTERISTICHE FISICHE

Da un punto di vista morfologico è a grande rischio sismico mentre il paesaggio è vario. La geografia della Bosnia pertanto dominata dalle Alpi Dinariche nella parte occidentale e centrale del Paese (la cima maggiore della Bosnia è il Monte Maglic in Erzegovina con 2386 m) da pianure e colline verso il settore orientale e nord-orientale. Folte foreste ed pianure sono situate verso le valli dei fiumi principali che ad oriente si versano nel bacino di Pannonia.
CLIMA E VEGETAZIONE

Il clima è tipicamente continentale, con inverni generalmente rigidi e nevosi ed estati con discrete escursioni termiche giornaliere, in cui non mancano periodi caldi e afosi. Sono frequenti abbondanti precipitazioni.
A sud dell'Erzegovina prevale una vegetazione sempreverde ed il paesaggio è molto pittoresco per tutto l'anno. Il fogliame verde è il giusto ornamento per le montagne calcaree e per le rive del mare.
L'Erzegovina ha anche alcune varietà vegetali tipiche. Tra le varietà mediterranee di rilievo spicca il melograno. I suoi fiori e frutti rossi sono una vera attrazione. Alla flora tipica dell'Europa centrale appartengono il maggiociondolo, il faggio, la quercia e l'edera.
Bellissime piante quali la salvia e l'avorniello sono una vera attrattiva con le loro fioriture, caratteristiche delle montagne dell'Erzegovina. Quando fioriscono il grigio delle montagne calcaree scompare. In primavera il paesaggio è giallo perché l'avorniello è in fiore e diventa poi azzurro e bianco ed infine giallo scuro per l'avvicendarsi delle diverse fioriture. Osservando dall'alto si ha l'impressione di un tappeto variopinto.
Grazie alla terra e di un clima favorevoli è famoso il tabacco che per la sua qualità si colloca tra i migliori tabacchi del mondo, tuttavia, oggi la sua produzione è quasi cessata.
Si coltivano anche dei vitigni: Zilavka e Blatina. Questi vitigni riescono a crescere solo in Erzegovina grazie alla sua posizione ed al clima mediterraneo favorevole. Grazie alle sue condizioni climatiche ed alla sua posizione, l'Erzegovina è famosa per le sue ciliege che maturano molto prima rispetto alle altre regioni. Inoltre, i terreni di questa regione sono vere e proprie piantagioni di frutta e qui crescono migliaia di ciliegi, alberi di visciole, prugne, pere, albicocche, pesche, mele…

POPOLAZIONE
Nel 2005, , gli abitanti erano circa 600.000 in meno rispetto a quelli rilevati al censimento del 1991. Il calo demografico è conseguenza della lunga guerra civile, che ha provocato circa 300.000 vittime e l’esodo, in parte temporaneo in parte definitivo (con formazione di grossi nuclei di rifugiati in Serbia e in Croazia), di circa 1.900.000 persone. L’attuale popolazione è stimata in circa  3.752.000 abitanti e il tasso di crescita naturale è oggi negativo (-2%). Massicci sono stati gli spostamenti interni, diretti verso i centri urbani, che complessivamente ospitano quasi metà della popolazione; le dimensioni urbane sono piuttosto modeste, a eccezione di Sarajevo (nel 2009 la popolazione del cantone di Sarajevo era stimata in 423.645 ab.) e di Banja Luka.
Il 44% degli abitanti è costituito da Bosniaci (già censiti come Musulmani: nome che, già ai tempi della ex Iugoslavia, trascendeva il significato religioso per assumere quello di vera e propria nazionalità), il 31% da Serbi, il 17% da Croati e il resto da vari gruppi, tra i quali il più consistente è quello dei Montenegrini. La diffusione ubiquitaria del serbo-croato, parlato prevalentemente nella sua varietà bosniaca, assicura la sostanziale unità linguistica. Le percentuali relative alle nazionalità sono indicative anche della composizione della popolazione per religione: i Bosniaci sono quasi tutti di fede islamica sunnita, i Serbi cristiana ortodossa e i Croati in assoluta prevalenza cattolici (18%).

Le Principali Città
La capitale è Sarajevo, ed è la più grande città del paese, è una città devastata da tre anni di guerra civile. È stata la città orientale più ricca di storia ottomana d’Europa, portata dai turchi durante la loro occupazione durata 400 anni. La quintessenza della città è rappresentata dalle moschee, e dai mercati e dei vecchi bazar.

Attività Economiche 

I lavoratori occupati sono così distribuiti: 8,8% nell'agricoltura, 27.5% nell'industria e il 64% nel terziario.
L’agricoltura è poco produttiva,molto sviluppati sono i pascoli, e lo sfruttamento delle risorse. I prodotti di punta sono: il mais, le patate, il frumento e le prugne. 
Vengono specialmente allevati i volatili, gli ovini e i bovini.              
















LA CROAZIA




Il territorio croato è stato soggetto alla dominazione ungherese, e poi austriaca. Entrata a far parte del regno di Jugoslavia nel 1918. Oggi è una repubblica presidenziale.





LA POSIZIONE

Confina a Nord con la Slovenia e l'Ungheria
a Est con la Serbia,
a Sud con la Bosnia-Erzegovina e il Montenegro,
ed è bagnata a Ovest dal mar Adriatico.


TERRITORIO E CLIMA

La fascia costiera affacciata sul mar adriatico comprende a nord la penisola dell'Istria e più a sud la regine della Dalmazia, che ha coste articolate e fitte      di insenature, con numerosissime isole.
Più a ovest, corre una lunga fascia montuosa le cui catene più importanti sono i monti Velebit e le Alpi Dinariche, al confine con la Bosnia.
A est di questi rilievi si estende invece un'ampia area pianeggiante, che si apre verso la pianura Ungherese ed è composta dalle fertili regioni della Slavonia e della Podravina, dai fiumi Drava e Sava.
Il clima è continentale nell'entroterra mentre è tipicamente mediterraneo lungo la fascia costiera.


LA POPOLAZIONE
Il 90% della popolazione è croata, di religione cattolica e di lingua croata.
Esistono consistenti minoranze serbe, di religione ortodossa, e bosniache, di fede musulmana.
Nell'Istria risiede una comunità italiana.
La capitale è la Zagabria con 880 mila abitanti, situata in posizione strategica fra le due principali aree geografiche del paese. 

Altre città importanti sono Spalato con 205 mila abitanti, antica colonia greca della Dalmazia, e Fiume con 150 mila abitanti, principale porto della Croazia.

ATTIVITÀ ECONOMICHE
La produzione è così distribuita:7% agricoltura, 29% industria e 64% nei servizi. L'agricoltura è concentrata nelle pianure nord orientali e produce cereali, patate e barbabietole. Importanti sono l'allevamento, lo sfruttamento forestale e la pesca. L' industria ha un considerevole grado di sviluppo, soprattutto nei settori siderurgico, petrolchimico, metallurgico e agroalimentare.

venerdì 8 maggio 2015

LA SLOVENIA



LA POSIZIONE
La Slovenia si affaccia sul mar adriatico.
A ovest con l’Italia 
A nord con l’Austria
A est con l’Ungheria
A sud con la Croazia



LA STORIA
L'attuale territorio della Slovenia era originariamente abitato da popolazioni celtiche quando i Romani ne iniziarono la conquista intorno al 230 a.C.
Roma dominò per circa sette secoli la regione, che fu divisa fra tre provincie: Italia, Norico e Pannonia . Le sue principali città erano Celeia (attuale Celje), Emona, Nauportus e Poetovio. La romanizzazione della regione era completa all'arrivo delle invasioni barbariche. Nel 450 d.C. Attila distrusse Emona, la principale città della regione, che comunque si riprese momentaneamente sotto gli Ostrogoti di Odoacre.
· V-III secolo a.C.: l'attuale territorio sloveno è abitato da tribù illiriche
· 229-219 a.C.: guerre illiriche, mediante le quali Roma estenderà la propria influenza sulla regione
· II secolo a.C.-V secolo d.C.: dominazione romana. L'area entrerà a far parte, in tarda età repubblicana, della provincia del Norico, e, a partire dal I secolo dell'era volgare, verrà suddivisa fra le tre province di Norico, Pannonia e Dalmazia. In epoca alto-imperiale inizia a diffondersi il cristianesimo, che però si imporrà come religione dominante solo nel IV secolo
· 388 - Nei pressi dell'odierna Ptuj viene combattuta la battaglia della Sava fra l'usurpatore Magno Massimo e l'imperatore Teodosio I che riporta una schiacciante vittoria sul proprio avversario
· 394 - Nella media valle del Vipacco (attualmente in territorio sloveno) viene combattuta la battaglia del Frigido (cosiddetta "battaglia della Bora") fra l'usurpatore Flavio Eugenio e l'imperatore Teodosio I che lo sconfigge
· V secolo: popolazioni germaniche invadono il territorio che, a partire dal 445 circa, subisce devastazioni e saccheggi anche da parte degli Unni.


LE CARATTERISTICHE FISICHE 
Il territorio è prevalentemente montuoso; verso l’interno, fasce di colline e di altopiani si alternano a zone pianeggianti. I rilievi, che rappresentano le estreme propaggini sud-orientali della catena alpina, sono orientati secondo due allineamenti principali: uno a N, lungo il confine con l’Austria e l’altro a O, nella regione confinante con l’Italia. A N si erge la muraglia delle Caravanche, continuazione delle Alpi Carniche, che converge a E, verso le Savinjske Alpe, dove il rilievo si innalza fino ai 2558 m del Monte Grintavec. Nella regione nord-occidentale si snodano i rilievi delle Alpi Giulie, a cui appartiene il Monte Tricorno (2863 m), la massima elevazione della Slovenia. Verso S le dorsali alpine si abbassano in una serie di altopiani calcarei, attraversati da valli e depressioni, che occupano gran parte della Carniola, la regione meridionale del paese, e presentano gli stessi fenomeni carsici della vicina Venezia Giulia. I fiumi principali sono la Drava e il Mur, che però attraversano la S. soltanto per un breve tratto, e la Sava, uno dei più importanti affluenti del Danubio.


IL CLIMA
Il clima è sub mediterraneo sulla costa, alpino sulle montagne e continentale, con estati calde (spesso mitigate dall'altitudine) e inverni freddi, negli altopiani e nelle valli orientali.
La temperatura media annua sul litorale adriatico è di 13,8 °C, con una media del mese più freddo, gennaio, di 4,9 °C e del mese più caldo, luglio, di 23,3 °C; a Lubiana, situata a quasi 400 metri di quota nella zona centrale, tali valori scendono rispettivamente a 9,3 °C per la media annua, -1,1 °C per la media di gennaio e 19,2 °C per la media di luglio. 
Le precipitazioni sono variabili, con valori di circa 1 000 mm sulla costa, 800 mm nel sud-est e 1 400 mm nella Slovenia centrale; lungo l'arco alpino, nelle zone orograficamente meglio esposte alle correnti umide, si possono raggiungere anche i 3 500 mm.



LA VEGETAZIONE
La Slovenia occupa solo lo 0,004% della superficie del nostro pianeta, ma nel suo territorio vive più dell’1 % di tutti gli esseri viventi e più del 2 % delle specie di esseri viventi terrestri e di acqua dolce. La Slovenia è la terza nazione più boscosa d'Europa. Nei boschi sloveni crescono ancora funghi commestibili e vi vive una grande popolazione di orsi, che per fortuna, di regola evitano il contatto con l'uomo.


La Slovenia è un paese verde che promuove il turismo ecologico. Circa il 60% del territorio è coperto da boschi a caducifoglie e ad aghifoglie. La foresta vergine dista soltanto 60 chilometri dalla capitale. Numerosi sono i boschi nei quali sono stati sistemati i sentieri tematici. Un buon terzo del territorio sloveno fa parte della rete europea delle zone ecologiche. Per essere in contatto con gli animali selvatici in Slovenia basta andare al margine dei boschi appena fuori dalle città. Nelle foreste ci sono numerosi caprioli che si avvicinano spesso agli abitati. C'è molta probabilità che nei boschi incontriate animali minori come ad esempio lo scoiattolo. 

In Slovenia nidificano numerose specie di uccelli, e il suo territorio nel contempo funge anche da base per molti uccelli migratori. Il maggior numero di specie di uccelli si possono osservare nei vari parchi ambientali.

LE ATTIVITÀ’ ECONOMICHE
Il terziario rappresenta la più grande parte dell'economia, quasi il 64 % del PIL totale nel 2008. Tra i servizi sempre più importanti figura il turismo. Il settore industriale partecipa al PIL totale con il 26% circa, l'edilizia con l'8%, l'agricoltura con il 2%. 

Tra i più importanti rami del settore industriale è doveroso elencare la siderurgia, la meccanica (autovetture, elettrodomestici), l'industria del legno e tessile, l’industria chimica e la produzione di farmaci, macchinari ecc..
l settore legato all'industria è ancora il più significativo, all'interno dell'economia di questa nazione, occupando il 40% del PIL. In particolar modo sono sviluppati l'industria siderurgica e del legno, mentre sono in forte crescita l'industria elettronica, elettrodomestici e trasporti.
L'agricoltura occupa il 6% del PIL (in particolar modo grano e granturco).


Degno di nota è il grande proliferare di imprese di import/export grazie alla posizione strategica della nazione, che ne ha determinato sempre un crocevia. Il settore del commercio, in generale, contribuisce al 10,8% del PIL.

lunedì 4 maggio 2015

CIPRO


Capitale: Nicosia                                                                                                                                                                                       
Popolazione: 970.000 abitanti (densità: circa 105 ab/Km quadrati)                                                         Lingue: greco (nella parte greco-cipriota), turco (nella parte turco-cipriota), inglese (buona parte della popolazione), soprattutto nella parte    greco-cipriota.      
Religione: Ortodossi (oltre l’80%), islamici (18%)                                                                                                                                                   
Moneta: Euro (dal 1°gennaio del 2008)
   

STORIA  
Nel periodo della I, II e III Crociata l'isola venne conquistata dai Templari, arricchiranno di opere d'arte l'isola, fino all'età bizantina che vede la fondazione dell'Islam e le prime invasioni arabe. Nel 1191 (III Crociata), è conquistata da Riccardo Cuor di Leone, che la lascia poi al suo vassallo Guy de Lusignan, che ne fa un proprio feudo. Nel 1489, Cipro viene annessa alla Repubblica di Venezia fino al 1571, quando l'impero Ottomano conquistò l'isola. Nel 1874 Costantinopoli cede all'Inghilterra l'amministrazione dell'isola e, con il trattato di Losanna del 1925, Cipro diventa una delle tante colonie britanniche. Nel 1959 a Zurigo, furono varate le basi del trattato per l'indipendenza di Cipro, che diverrà effettiva nel 1960 con la fondazione della Repubblica di Cipro, con una propria autonoma Costituzione. Nel 1963 si assiste alla divisione in due dell'isola ed alla formazione di due comunità,ognuna con una propria amministrazione: da una parte di lingua, usi e costumi greco-ortodossi, dall'altra turco-musulmani. Il processo di divisione, talvolta manifestatasi in modo violento, é causata da motivi politici: nell'epoca della Guerra fredda l'influenza filo occidentale sugli gli enormi interessi derivanti dall'importante locazione dell'isola, nel mezzo del Mediterraneo, a due passi dalla Siria, soffocano gli equilibri della politica locale. Dal 1974 in avanti l'isola sarà divisa due parti, evidenziando al massimo le differenze etnico-religiose e l'odio reciproco e alla guerra. Ora, l'isola gode di una grande tranquillità interna, e Cipro Nord, basa la sua economia fondamentalmente sul turismo. Nel 2004 gli sforzi politici e la complessa situazione politica spingono le amministrazioni a concordare una lenta ma significativa riunione delle due parti dell'isola.         
                
LA POSIZIONE                                                                                                 
Cipro è la terza isola più grande del Mediterraneo, subito dopo Sicilia e Sardegna. E’ situata a 70 chilometri a sud della Turchia , 100 chilometri a Ovest del Medio Oriente, e 500 chilometri a Nord dell’Egitto. 

LE PRINCIPALI CITTÀ          


                                                                     
Nicosia:  La capitale della Repubblica di Cipro. E’ situata tra le due zone etniche nazionali, ed è l’unica capitale divisa al mondo. Dopo l'invasione turca del 1974 la città è divisa in una zona sud amministrata dalla Repubblica di Cipro e da una zona nord sotto occupazione militare turca e gestita dall'auto-proclamata Repubblica Turca di Cipro Nord. (La linea di demarcazione tra le due zone è chiamata Green Line, ed è composta da fili spinati, guarnigioni militari ed alcuni tratti di vero e proprio muro: tra le linee militari greco - cipriote e turco-cipriote vi è una terra di nessuno, pattugliata da una forza di sicurezza delle Nazioni Unite).  La parte sud è prevalentemente greca, in quella nord la maggioranza è turca. Nicosia è anche il principale centro economico, in cui hanno sede le più grandi aziende dell'isola, la banca nazionale e qualche industria di media rilevanza. Vi si trovano, inoltre, edifici culturali come il museo nazionale e il teatro. A differenza di tutte le altre grandi città, sorge nell'entroterra, nella piana della Mesoira, molto distante dalle coste.       
                                      
Limisso: seconda città per popolazione dopo la capitale. È il principale porto della costa meridionale e centro di alto interesse turistico – balneare.     


                                                                                               
Pafo: antica città portuale all'estremità occidentale di Cipro, nel ventunesimo secolo era nota per la presenza di un santuario dedicato ad Afrodite che secondo la mitologia greca, è nata qui. E’ stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità e all'epoca dell'Impero romano Pafo era la capitale dell'isola.                                                                                                          
IL CLIMA E LA VEGETAZIONE      
                                                              
Il clima è ovviamente influenzato dalla posizione geografica, quindi dal mare, perciò è di tipo mediterraneo, con estati calde e asciutte e inverni umidi, ma temperati. Le temperature superano spesso e volentieri i +40°C, con medie di +34°C in estate e +18°C in inverno. Nell'entroterra (ovvero, la parte di territorio che non è a contatto con il mare), le estati sono molto aride e secche, e favoriscono lo sviluppo di incendi tra le vegetazioni selvatiche. Le precipitazioni, in tutta l’isola, sono molto scarse.  Spesso soffiano venti caldi provenienti dal vicino Nord Africa; il clima caldo ha modellato il paesaggio facendolo diventare adatto per la crescita degli ulivi.  

LA POPOLAZIONE

Secondo l’ultima statistica ufficiale eseguito nel 1960, (subito dopo l'indipendenza dalla Repubblica di Cipro),la popolazione dell'isola è costituita per il 78% da greco - ciprioti, per il 18% da turco-ciprioti, mentre il restante 4% è costituito da altre etnie. La comunità greco - cipriota e quella turco-cipriota condividono molti costumi ma mantengono identità ben distinte, basate sulla religione, e profondi legami rispettivamente con la Grecia e la Turchia.

LE ATTIVITÀ ECONOMICHE 

Le principali attività economiche dell’isola sono il turismo, l’esportazione di prodotti dell’abbigliamento e dell’artigianato e la navigazione mercantile. L’artigianato tradizionale comprende in particolare i ricami, le ceramiche e i lavori in rame. Il  turismo, che impiega circa il 60% della popolazione attiva, è diffuso soprattutto nella zona meridionale greco-cipriota. L’agricoltura è difficile e non molto sviluppata  per via della morfologia del territorio: si coltivano soprattutto cereali, legumi, ortaggi, frutta, patate e vite. Importanza limitata ha l’allevamento (ovino e caprino), più redditizia è la pesca, in particolare quella di spugne. Il settore industriale è in espansione, con industrie agroalimentari, tessili, del tabacco, del cemento; sono presenti inoltre impianti chimici e metallurgici. A Larnaca è in funzione una raffineria di petrolio. Modeste sono le risorse minerarie (ferro, rame, cromite, pirite e gesso).

LE CARATTERISTICHE FISICHE 

Le coste, alte nel tratto settentrionale, si articolano altrove in ampie insenature (baie di Famagosta e Larnaca). L’entroterra  è occupato da due serie di rilievi montuosi,  separati dalla pianura di Messaria; la catena settentrionale, di calcari mesozoici, raggiunge il massimo a 1022 m; la meridionale, di rocce vulcaniche, raggiunge l’altezza massima nei Monti Tròodos (1953 m).
CURIOSITÀ  Un’antica leggenda narra che Afrodite, dea greca dell’Amore e protettrice dell’isola, sia nata proprio nelle acque di fronte alla città di Pafos, facendo guadagnare a Cipro il nome di ‘’Isola di Afrodite’’. Scelse come culla lo scoglio di ‘’Petra Tou Romiou’’, circondato da un’incantevole baia a forma di mezzaluna. Si incontrava con il suo amante Adone più a nord, lungo la penisola di Akamans, fino ad un laghetto naturale protetto da una grotta. Si dice che le acque di questa piscina naturale, chiamati anche ‘’Bagni di Afrodite’’, siano un elisir di giovinezza o un potente filtro d’amore