La Repubblica di Macedònia (in macedone: Република Македониjа, Republika Makedonija) è uno Stato della penisola balcanica nell'Europa sud-orientale. Da taluni Stati è riconosciuta come Former Yugoslav Republic of Macedonia (in macedone Πоранешна Југословенска Република Македонија, Poranešna Jugoslovenska Republika Makedonija, in italiano Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, acronimo FYROM) a seguito dell'adesione del Paese all'Organizzazione delle Nazioni Unite (1993) con tale "denominazione provvisoria" secondo l'organizzazione, adottata per via della disputa sul nome avviata dalla Grecia.[5] Confina a ovest con l'Albania, a est con la Bulgaria, a nord con la Serbia e il Kosovo e a sud con la Grecia.
Il territorio governato dalla Repubblica di Macedonia era in precedenza la parte meridionale estrema della Jugoslavia. I confini odierni vennero fissati poco dopo la Seconda guerra mondiale, quando la Jugoslavia socialista stabilì nella zona la Repubblica Socialista di Macedonia, riconoscendo i Macedoni come una nazione separata all'interno della Jugoslavia.
Rinominatasi Repubblica di Macedonia l'8 settembre 1991, si separò pacificamente dalla Jugoslavia senza ulteriori modificazioni territoriali.
Economia
La Repubblica Macedone era una delle aree più povere dell'ex Jugoslavia. Nel settembre 1991 anno della sua pacifica indipendenza, produceva soltanto il 5% di tutti i beni e servizi della Repubblica Federale. L'indipendenza ha fatto cessare l'arrivo dei fondi provenienti dal governo federale, acuendo la difficile situazione economica. I primi anni di indipendenza hanno risentito gli effetti negativi di molte situazioni: l'assenza di infrastrutture; la mancanza di un mercato libero; le sanzioni dell'ONU alla Serbia che rappresenta uno dei suoi principali mercati; l'embargo economico dalla Grecia per la controversia legata al nome e alla costituzione. Per tutto questo l'economia è ristagnata fino al 1996; dopo di che si è avuta una ripresa fino al 2000. Successivamente si è avuto l'effetto negativo dell'insurrezione albanese del 2001, che ha comportato una riduzione degli scambi commerciali. L'aumento della disoccupazione e la diffusione del mercato nero continuano a essere un grave peso per lo sviluppo dell'economia macedone. Il PIL pro capite rimane uno dei più bassi d'Europa.
Ambiente
Oltre il 7% del territorio è totalmente/parzialmente protetto. Nella Repubblica di Macedonia vi sono:
3 parchi nazionali (Pelister dal 1948, Mavrovo dal 1949, Monte Galichica dal 1958)
4 riserve naturali integrali
3 paesaggi protetti
14 aree con flora o fauna particolari
33 aree dichiarate monumenti naturali
Nella Repubblica di Macedonia vi sono 34 città, di cui sono cinque hanno una popolazione che supera i 50.000 abitanti. La capitale Skopje da sola raggruppa il 25% circa del totale della popolazione nazionale.
Etnie
Lo Stato macedone è composto da due principali gruppi etnici. Secondo i dati del censimento del 2002
il gruppo principale (64,2% della popolazione) sono i macedoni la cui lingua materna, il macedone, una lingua slava meridionale, è parlata da circa 1,3 milioni di abitanti.
il secondo gruppo etnico (18.2%) è l'albanese, la cui lingua viene parlata da circa 350 000 persone; per legge, l'albanese è lingua ufficiale a livello comunale nei comuni in cui vi è presenza etnica albanese superiore al 20% della popolazione.
Vi sono poi alcune minoranze, fra le quali le più importanti sono: bulgari, turchi, serbi, arumeni (o macedo-rumeni), rom.
Demografia
Come in tutte le repubbliche della ex-Jugoslavia, la caduta del regime comunista e della repubblica federale ha aperto le frontiere, avendo come conseguenza una significativa emigrazione, accentuata dalle tensioni etniche. Più di 4000 cittadini macedoni provenienti dal nord-ovest della Repubblica di Macedonia - in particolare dai villaggi di Žirovnica, Trebište, Rostuša, Golem Papradnik, Centar Zupa e dalla città di Gostivar - sono emigrati in Italia a partire dalla metà degli anni novanta insediandosi in città come Roma, Ancona, Treviso, Bassano del Grappa. Integrati bene nella società, la maggior parte di loro lavora nel campo dell'edilizia e nelle fabbriche.
Lingue
La lingua ufficiale del paese è il macedone. Oltre alle lingue dei due gruppi etnici riconosciuti tra i quali la lingua albanese, vi sono altre sei lingue minoritarie, in ordine di diffusione: il bulgaro (parlato dalla minoranza bulgara), romaní (parlato dalla popolazione di etnia rom), il serbo, l'arumeno e la variante di quest'ultimo, il meglenorumeno. Lo Stato macedone è l'unico a riconoscere ufficialmente la lingua arumena, lingua autoctona della regione, parlata come madrelingua da 9.695 aromeni (censimento 2002), ma conosciuta da altre migliaia di cittadini macedoni, di discendenza arumena che si sono urbanizzati. Poiché nella lingua macedone non esiste un alfabeto fonetico (né, di conseguenza, la pratica della compitazione), i suoni, anche se di parole straniere, vengono semplicemente scanditi o sillabati più lentamente.
Il territorio dell'attuale Repubblica di Macedonia ha fatto parte, durante i secoli, di numerosi Stati e imperi antichi. La Peonia, l'antica Macedonia, l'Impero romano e l'Impero bizantino; in seguito gli Stati medioevali di Bulgaria e di Serbia. Nel XV secolo la regione venne conquistata dall'Impero ottomano.
In seguito alle due guerre balcaniche nel 1912 e nel 1913 e la dissoluzione dell'Impero ottomano, diventò parte della Serbia e fu riconosciuta come Јужна Србија (Južna Srbija, "Serbia meridionale"). Dopo la Prima guerra mondiale la Serbia si unì al neo-formato Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. Nel 1929, il regno fu rinominato Jugoslavia e diviso in province chiamate "banovina". Il territorio della moderna Repubblica di Macedonia divenne la Provincia di Vardar (Vardarska Banovina).
Nel 1941, la Jugoslavia venne occupata dalle Potenze dell'Asse. La provincia Vardarska Banovina venne spartita tra la Bulgaria e l'Italia, che al momento occupava l'Albania. Il rigido governo che le forze occupanti stabilirono nella zona incoraggiò molti slavi macedoni ad appoggiare il movimento di resistenza di Josip Broz Tito, che divenne il presidente della Jugoslavia alla fine della guerra. Dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale, la Repubblica Popolare di Macedonia in Jugoslavia diventò una delle sei repubbliche della Repubblica Popolare Federale di Jugoslavia. In seguito alla ridenominazione della Federazione Jugoslava in Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia nel 1963, la Repubblica Federale di Macedonia fu ridenominata allo stesso modo Repubblica Socialista di Macedonia. La repubblica si ridenominò Repubblica di Macedonia nel 1991, quando si separò pacificamente dalla Jugoslavia. Entrò in conflitto formale con la Grecia a proposito del nome ufficiale dello Stato dopo la sua dichiarazione d'indipendenza, e nel 2013 la disputa persiste.
La Repubblica di Macedonia rimase in pace durante la Guerra civile jugoslava nei primi anni novanta ma fu parzialmente coinvolta nella Guerra del Kosovo nel1999, quando circa 360 000 albanesi si rifugiarono dal Kosovo nel paese. I profughi ritornarono velocemente nella loro regione alla fine della guerra, ma, poco dopo, i radicali albanesi di entrambi i lati del confine presero le armi per rivendicare l'autonomia o l'indipendenza per le aree a maggioranza albanese della Repubblica. Venne combattuta una piccola guerra civile e le etnie albanesi si ribellarono, soprattutto nel nord e nell'est del paese, nel marzo/giugno del 2001. Si arrivò a una conclusione del conflitto con l'intervento di un piccolo contingente di monitoraggio della NATO e con l'impegno del governo a riconoscere culturalmente la minoranza albanese.
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