autore: Edoardo Berardo
La penisola iberica che separa il Mediterraneo dall'Atlantico, con uno stretto braccio di mare che gli antichi chiamavano "colonne d'Ercole" (stretto di Gibilterra), è stata anche la terra attraverso la quale la civiltà europea si è diffusa nel mondo. Da qui salparono le caravelle di Colombo, alla ricerca di una nuova rotta verso le Indie.
LA SPAGNA
autore: Giovanni Brichese
La Spagna è per estensione il secondo paese d' Europa, dopo la Francia. L' ampia e continua catena montuosa dei Pirenei, che si estende per 435 km dal Golfo di Biscaglia fino al Mar Mediterraneo, forma una frontiera naturale con la Francia al nord; all'estremo meridionale, lo Stretto di Gibilterra che misura 12 km separa la penisola e il nord dell' Africa.
-Forma di governo: monarchia costituzionale
-Capitale: Madrid
-Lingue: spagnolo (ufficiale), basco (paesi baschi), catalano, gallego
-Posizione: a nord-ovest e sud-ovest la Spagna si affaccia sull'Oceano Atlantico, a est e a sud è bagnata dal Mar Mediterraneo. I confini terrestri sono: Francia a nord, Portogallo a sud e a ovest.
Fanno parte dello stato spagnolo, pur godendo di autonomia, l' arcipelago delle Baleari nel Mar Mediterraneo e l'arcipelago delle Canarie nell'Atlantico, davanti alla costa africana, oltre che le due città di Ceuta e Melilla, situate nell'Africa settentrionale sulla costa del Marocco.
Appunti di storia
autori: Gianmarco Trevisan e Elena Cardin
All'inizio del V secolo iniziarono le invasioni barbariche. La penisola fu conquistata da Vandali e Alani, passando poi ai Visigoti (507) e infine agli Arabi (714), provenienti dalle coste africane dove si erano insediati da poco. Quasi tutta la Spagna, ad eccezione di alcuni territori a nord, venne unificata in un potente e ricco regno mussulmano (emirato), sotto il quale iniziò un periodo di notevole sviluppo economico e culturale.
Fra l'XI e il XIII secolo con l'appoggio del papato, i regni cristiani del Nord (Leon, Navarra, Castiglia e Aragona) effettuano una lunga lotta contro il regno mussulmano. Dalla reconquista la penisola usciva divisa in una serie di regni indipendenti. A questi si aggiungeva il regno di Granada, ultimo possedimento mussulmano.
I regni di Castiglia e di Aragona erano particolarmente sviluppati e vi esistevano delle assemblee feudali denominate cortes.
Appartiene dalla fine del XV secolo, con il matrimonio di Ferdinando d 'Aragona e Isabella di Castiglia e la successiva riconquista di Granada, i regni iberici, ad eccezione del Portogallo, dettero vita a una potente e stabile monarchia nazionale.
Il clima e la vegetazione
autore: Filippo Mascarin
Nel clima della Spagna si distinguono tre aree principali:
-atlantica (i forti venti oceanici portano umidità e abbondanti precipitazioni)
-mediterranea (questa fascia è temperata)
-centrale (il clima continentale è arido con estati calde e inverni freddi).
La vegetazione è molto varia a seconda del clima.
Un terzo del territorio è coperto di boschi di faggio e querce; nelle zone umide e sulle pendici dei monti predominano le zone erbose;sulla fascia mediterranea prevalgono la macchia mediterranea e le querce da sughero.
Le attività economiche
autrice: Laura Carnelos
I lavoratori occupati sono così distribuiti: 65% nei servizi , 29 % nell' industria 6% nell'agricoltura. Le colture principali sono costituite da agrumi, vite e olivo, nelle quali la Spagna è ai primi posti in Europa, seguono gli ortaggi, la barbabietola da zucchero, il cotone e il tabacco.
Molto sviluppato è l'allevamento ovino, suino e bovino.
Una consistente flotta peschereccia è attiva nell'Atlantico.
Dai boschi si ricava legname, specialmente il sughero per il quale la Spagna è al primo posto nel mondo, insieme al Portogallo.
La Spagna trae un quarto dell' energia elettrica dalle centrali nucleari .
E' elevata l' importazione di petrolio e gas che vanno ad alimentare le centrali termiche, per mezzo di gasdotti e oleodotti che attraversano il paese. In sviluppo è la produzione di energia eolica.
Una passeggiata a Barcellona
Approfondimento sulla Corrida
autori: Giorgio Montisano, Leonardo Pedrina, con la supervisione della Professoressa Lara Bortolusso
La corrida (in spagnolo corrida
de toros, letteralmente corsa di tori) è un tipo
di tauromachia di antica provenienza. Corse o lotte o cacce con tori
o altri bovini si organizzavano già presso gli antichi
Greci, Etruschi e Romani.
Con
la denominazione di corrida de toros è attualmente praticata
in varie zone della Spagna e, con altre denominazioni e in maniera spesso
diversa, anche in Portogallo, nel sud della Francia e in alcuni Paesi
dell'America latina
•I tori utilizzati per una corrida
provengono tutti da allevamenti specializzati, la maggior parte dei quali si
concentra nelle regioni dell'Andalusia e dell'Estremadura.
Se entro il tredicesimo
minuto il toro è ancora vivo, viene suonato un secondo avviso: il torero, a
questo punto, usa di solito un una spada più piccola per dare al toro,
spesso già ferito a morte, il colpo di grazia. Se il torero non dovesse
ucciderlo nemmeno questa volta, allo scadere del quindicesimo minuto suona il
terzo avviso: il torero ha fallito e il toro, moribondo ma vivo, verrà finito
con un pugnale da uno dei peones. Il matador verrà
fischiato.
•La
tauromachia (combattimento con il toro) era uno spettacolo diffuso, specie in
tempi antichi, nel mondo mediterraneo. Consisteva in un combattimento di bovini
tra loro, di uomini contro bovini o di bovini contro altri animali.
Da questa tradizione deriva il mito del Minotauro, un mostro mezzo uomo e mezzo
toro, noto per la sua forza e la sua crudeltà.
Un
po’ di storia
•Le
prime gare con i tori in Spagna risalgono a circa l'800 dopo Cristo, ma la corrida più simile a come la si
conosce oggi risale al XIV secolo ed era praticata solo dai nobili a cavallo,
che fieramente davano sfoggio della loro abilità affrontando i tori per una
questione di prestigio e di onore, con servitori pronti ad assisterli in
qualsiasi momento.
•Le regole sono più o meno definite anche se vi possono essere varie
differenze da caso e caso. In genere in una corrida ci sono
tre toreri e sei tori che si alternano.
I tre momenti della Corrida
tercio de varas
•Nella
prima parte (tercio de varas) il toro esce dalla porta del toril.
Solitamente, il toro compie un giro completo dell'arena dirigendosi alla sua
destra, alla ricerca di una via d'uscita. Il torero ne studia le mosse, per
determinarne le capacità fisiche, la rapidità dei riflessi, la direzione
preferita nell'attacco e via dicendo. Per provocare le cariche del toro, egli
utilizza il capote, un grande drappo di tela irrigidita e
appesantita da bagni in gomma liquida. Tale drappo ha solitamente un colore rosa
acceso sulla faccia esterna e giallo su quella interna.
•Nel colpire il toro, il picador utilizza la vara
de picar, una picca costituita da un manico in legno lungo circa
180 cm e una punta in acciaio forgiata a piramide a tre lati, fornita alla base
di un disco anch'esso metallico che ha la funzione di impedire la penetrazione
del manico nelle carni dell'animale.
Il tercio de banderillas
•A
questo punto ha inizio la seconda fase, nella quale i tre banderilleros (o,
in alcuni casi, il torero stesso) provocano, esclusivamente con i movimenti del
proprio corpo, le cariche del toro, nel dorso del quale, infilzano tre paia
di banderillas.
•Le banderillas sono asticciole
lignee lunghe 70 cm, coperte da nastri colorati di carta crespa e
terminanti con un arpioncino in acciaio, lungo 6 cm e largo 4. Esse non
penetrano in profondità nel muscolo del toro e, al contrario della vara
de picar, producono ferite non gravi.
Il tercio de muleta
•Quando
il toro ha sul dorso le banderillas e comincia a dare segni di
cedimento ha inizio la fase saliente e più famosa della lidia. Il
torero depone l'ampio e pesante capote e lo sostituisce con
la muleta, un drappo più piccolo di flanella scarlatta, avvolto
intorno a una gruccia lignea che lo mantiene disteso, in modo da poterlo
impugnare con una sola mano. Nell'altra, nascosta dietro la schiena, impugna
una spada da lidia, ovvero una spada finta da ornamento (dunque senza lama e
punta acuminata) che il matador utilizzerà anche più volte per sorreggere la
muleta.
La Ley taurina prevede che il torero uccida il toro entro il
decimo minuto del tercio de muleta: se così non avviene, dall'alto
degli spalti viene suonato uno squillo di tromba per avvertire l'uomo che deve
affrettarsi.
L'inno della Spagna
La Marcha Real è uno dei rari casi di inno nazionale senza un testo ufficiale: in passato ogni re modificava il testo.
La versione attuale fu commissionata al maestro Francisco Grau, dopo l'approvazione della Costituzione spagnola del 1978.
FOCUS ON Miguel de Cervantes
Abitato originariamente dai Lusitani, il territorio dell'attuale Portogallo fu colonizzato dai Romani nel II secolo. Con il declino dell' Impero Romano d'Occidente, fu invaso dai Visigoti.
Nel XIII secolo gli Arabi ne occuparono la parte meridionale.
Il Portogallo occupa la parte occidentale della penisola Iberica.
A ovest e a sud è bagnato dall'Oceano Atlantico.
A nord e a est confina con la Spagna.
Il Portogallo è una repubblica, la sua capitale è Lisbona.
Fanno parte dello stato due arcipelaghi atlantici: le nove isole vulcaniche delle Azzorre, a 1500 km dalle coste europee e le quattro isole dell'arcipelago di Madeira a circa 500 km dalle coste africane. Ambedue sono regioni autonome dal 1976.
Il clima
A nord il clima è di tipo atlantico con forti precipitazioni piovose nelle zone costiere, a sud il clima è secco, con estati calde e inverni miti. Nell'interno si ha un clima continentale.
La vegetazione è costituita a nord da faggi, castagni e quercie da sughero; a sud domina la macchia mediterranea con pini, lecci e arbusti.
Le attività economiche
I lavoratori occupati sono così distribuiti: 53% nei servizi, 35% nell'industria,12% nell'agricoltura. L'agricoltura, praticata su un terzo del suolo, ha un numero di occupati elevato in rapporto ai più avanzati paesi europei.
Una delle coltivazioni più importanti è la vite, che produce vini di alta qualità come il Porto e il Madeira nell'isola omonima. Vengono prodotti anche cereali, ortaggi, barbabietola da zucchero, olio, agrumi e altra frutta.
La coltura più caratteristica è quella della quercia da sughero, che pone il paese ai primi posti nel mondo. In sviluppo è anche l'allevamento di bovini, ovini e pollame. La pesca è a buon livello.
Il paese è scarso di materie prime. La produzione industriale, molto bassa fino a qualche decennio fa, è andata sviluppandosi. Anche il settore turistico ha registrato un notevole impulso.
Un assaggio di Lisbona...
L'inno del Portogallo
Il testo di A Portuguesa fu scritto da Henrique Lopes de Mendonça. Nel 1895 il compositore Alfredo Keil ne musicò il testo.
autori: Dario Bozzato
La vegetazione è costituita a nord da faggi, castagni e quercie da sughero; a sud domina la macchia mediterranea con pini, lecci e arbusti.
Le attività economiche
autore: De Munari Nicola
I lavoratori occupati sono così distribuiti: 53% nei servizi, 35% nell'industria,12% nell'agricoltura. L'agricoltura, praticata su un terzo del suolo, ha un numero di occupati elevato in rapporto ai più avanzati paesi europei.
Una delle coltivazioni più importanti è la vite, che produce vini di alta qualità come il Porto e il Madeira nell'isola omonima. Vengono prodotti anche cereali, ortaggi, barbabietola da zucchero, olio, agrumi e altra frutta.
La coltura più caratteristica è quella della quercia da sughero, che pone il paese ai primi posti nel mondo. In sviluppo è anche l'allevamento di bovini, ovini e pollame. La pesca è a buon livello.
Il paese è scarso di materie prime. La produzione industriale, molto bassa fino a qualche decennio fa, è andata sviluppandosi. Anche il settore turistico ha registrato un notevole impulso.
Un assaggio di Lisbona...
L'inno del Portogallo
Il testo di A Portuguesa fu scritto da Henrique Lopes de Mendonça. Nel 1895 il compositore Alfredo Keil ne musicò il testo.
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